AGI - Il governo e la struttura commissariale d’emergenza puntano a superare tutte le problematiche relative all’approvvigionamento di vaccini. Aumentare le dosi resta la priorità del presidente del Consiglio Draghi. Occorre uno sprint per le consegne, recuperare il tempo perduto dopo la sospensione di AstraZeneca, da qui la necessità di accelerare emersa al termine di un vertice al quale hanno preso parte, oltre il premier, il generale Figliuolo e il capo della Protezione civile Curcio.
La Protezione civile e le strutture della Difesa si metteranno a disposizione dei presidenti di Regione ai quali è stato suggerito di valersi di Poste per la piattaforma delle prenotazioni. Draghi mira ad uniformare la gestione della campagna vaccinale a livello nazionale e contemporaneamente ad un coordinamento a livello europeo, in vista del prossimo Consiglio Ue (ha avuto una conversazione telefonica con il presidente del governo spagnolo, Sanchez) nel quale arriveranno maggiori chiarimenti sul vaccino russo e Roma, Madrid, Parigi e Berlino chiederanno alla Commissione Ue di essere rigida affinché le aziende farmaceutiche rispettino i contratti e si possa procedere alla produzione di vaccini in autonomia. L'eventualità è che la tensione tra Bruxelles e AstraZeneca aumenti, da qui l'importanza di un raccordo a livello europeo. Ma anche all'interno della cornice nazionale.
Nelle prossime ore circa un milione di dosi del vaccino Pfizer verranno distribuite ai governatori. Saranno interessate 214 strutture sanitarie. Lo schema all’interno del quale si muove il premier è quello della più ampia collaborazione possibile. Nessuna intenzione da parte del governo di commissariare chi presidia i territori ma se servirà un aiuto, anche sull’esercito dei vaccinatori, il governo centrale è pronto ad adoperarsi. Con l’obiettivo di arrivare ad un quadro di unità per supportare l’azione di chi sta sul campo ed evitare il rischio caos. La priorità è quello di vaccinare prima gli anziani e si sta accelerando un questo piano.
L’imperativo della collaborazione nazionale vale per le forze politiche ma soprattutto per le Regioni, alcune delle quali stanno trovando difficoltà sul terreno riguardo la somministrazione dei vaccini. Per questo motivo Draghi ha incontrato la ministra per gli Affari regionali Gelmini, con la quale – hanno fatto sapere fonti di palazzo Chigi - é stato fatto un punto preliminare sulle soluzioni che “concorreranno a rafforzare la collaborazione e il coordinamento con le Regioni impegnate a dare tempestiva attuazione al nuovo Piano vaccinale”.
Nel corso dell’audizione in Commissione Affari regionali saranno i governatori Tesei e Toti a parlare del Pnrr e dell’emergenza sanitaria. Dovrebbe poi essere in programma sempre per oggi un incontro tra i presidenti di regione e il governo. "Per fare 500 mila vaccini anti Covid al giorno bisogna avere 500 mila dosi al giorno, cosa da cui siamo lontani, la prima di cui dovrebbe occuparsi il governo", ha spiegato il presidente della Liguria, "dal governo- il suo invito - abbiamo bisogno di una programmazione seria e rispettata dei vaccini che arriveranno da qui a giugno, più che di task force. Organizzare centri vaccinali e costruire agende comporta riprogrammare i cittadini e ridare appuntamenti. E' un'organizzazione molto delicata, non va banalizzata".
Molti governatori sono rimasti stupiti per le critiche ricevute dall’esecutivo. E’ stato lo stesso presidente del Consiglio nella conferenza stampa della settimana scorsa ad invitare le Regioni a non andare in ordine sparso.
Nelle prossime ore si metterà a punto un meccanismo automatico che dovrebbe permettere alle Regioni in ritardo di essere sostenute dallo Stato. Il presidente del Consiglio è dunque al lavoro per tessere una rete di solidarietà e di raccordo tra i principali attori sul campo, compreso i partiti.
Draghi ha visto il segretario del Pd Letta. Incontro programmato da tempo: “cordiale, positivo” e “a tutto campo”, così è stato definito da fonti del partito del Nazareno. Un colloquio che è stato incentrato sui temi dell’Europa (Letta in direzione ha ribadito che il patto di stabilità deve essere coniugato secondo canoni di solidarietà e di sostenibilità), della programmazione del piano vaccinale e delle politiche di rilancio. Ma è stato un incontro non solo nel merito ma anche sul metodo. Draghi punta ad un raccordo più forte tra governo e maggioranza e Letta in diverse occasioni ha garantito il pieno appoggio del partito all’agenda dell’esecutivo.