AGI - Matteo Renzi apre i lavori dell'Assemblea di Italia viva, raccoglie la sfida di Enrico Letta sul riformismo e rilancia: dalle parole bisogna passare al confronto sui fatti. Giustizia e diritti in primis.
Renzi rivendica 'operazione Draghi', Italia ha leadership credibile
La 'Primavera delle idee' è la proposta di Renzi al suo partito per i prossimi tre mesi, da domani al 21 giugno. Il che significa aprirsi, ascoltare, dibattere sui contenuti, organizzarsi, spiega. L'ex premier non rinnega in alcun modo le scelte di Iv sulla crisi di governo, anzi: l'avvento di Draghi è la sconfitta del populismo e il "trionfo della politica" con l'Italia che torna ad avere una "leadership" credibile a livello internazionale, è il ragionamento.
Per il leader Iv il Pd era ostaggio di Conte, con Letta la svolta ma dica no a populisti
Sul Pd osserva: era "ostaggio" di Conte, ma chi ha detto 'O Conte o morte' e voleva asfaltare Iv è 'andato a casa'. Renzi riconosce la "svolta" di Enrico Letta ma gli chiede di prendere posizione: non si può andare alle elezioni in compagnia dei "sovranisti e dei populisti".
Duro attacco a M5s, da uno vale uno a uno vale l'altro
L'analisi sul Movimento 5 stelle è netta: sono 'dilaniati', attaccati alle poltrone tanto che "l'uno vale uno" si è trasformato in "uno vale l'altro", ma a chi pensa che questo "mi provochi tristezza", replica: "sbagliate persona". Renzi punta il dito contro Beppe Grillo, responsabile con i suoi atteggiamenti della "cultura dell'odio" in politica. E chi è riformista non può abbracciare questa sponda.
L'avvento del governo di Mario Draghi "non è una sconfitta della politica, è un trionfo della politica, un capolavoro della politica", sottolinea Renzi nel suo discorso e nota: "Nel giro di due mesi l'Italia è tornata ad essere una grande potenza mondiale". E ancora: "Non ci credeva nessuno, ci davano per dei pazzi", osserva. Poi aggiunge:"Oggi Italia viva non è più decisiva per la tenuta del governo ma per Iv l'obiettivo non è ritagliarsi una nicchia di potere", il partito è uno "strumento" per "la salvezza del paese".
Archiviata la fase dell'Enrico "stai sereno" che riporta indietro di sette anni, Renzi riconosce il cambio di passo dei Dem con il nuovo segretario ma non senza ammonire: c'è "la novità del Pd guidato da Enrico Letta che rappresenta oggettivamente una svolta rispetto all'epoca di Zingaretti", ma per la primavera del Riformismo bisogna passare "dalle parole ai fatti", avverte. "Siamo pronti al confronto su tutti i punti" ma se "la cultura riformista accetta di stare nella sfida con chi accetta di stare nella cultura dell'odio c'è una contraddizione in termini", aggiunge.
Renzi a Pd, da che parte sta su riforme, giustizia, sud, lavoro?
Giustizia, Sud, diritti, riforme, lavoro, i contenuti su cui Renzi punta: "Da che parte si sta sulla prescrizione? Dalla parte del diritto o dalla parte di Bonafede? In Parlamento c'è una maggioranza garantista. Il Pd sta con noi o con i Cinque stelle?", chiede il leader di Iv e incalza: "La vicenda Eni grida vendetta, io sono andato in Parlamento a difendere Claudio Descalzi e Paolo Scaroni, anni di processi e spese legali e alla fine si è dimostrato che quella vicenda non esisteva". Quanto ai diritti civili "si è riformisti non se si evocano ma se si realizzano le riforme".
Quindi rivendica la legge sul Jobs act che "ha creato più di un milione di posti di lavoro". E sulle prossime elezioni politiche cita L'ex segretario della Dc, Martinazzoli: "Abbandoniamo la retorica mistica delle alleanze". "Noi non abbiamo bisogno oggi di discutere di legge elettorale. Prendiamo atto dei repentini cambiamenti delle altre forze politiche. Siamo già passati dal proporzionale al Mattarellum, ma io ho l'impressione che alla fine non se ne farà niente. Noi siamo pronti ad andare con qualsiasi legge", sottolinea.
In ogni caso, Iv "con il 2 per cento" ha, intanto, "dettato la linea: come è possibile? Si chiama politica. Il sondaggio è un istante, non fonda e non crea cultura politica. Il primo effetto di questo passaggio di governo è il tempo: Italia viva ha due anni per discutere che cosa vuole essere da grande e lo faremo insieme", spiega.
Le repliche di Pd e M5s
Dal Pd arriva, a stretto giro di posta, la replica: "La cultura delle garanzie non si improvvisa tifando per questo o per quello, ma si misura sul faticoso lavoro affinché sia condivisa e patrimonio comune: il nostro compito è trovare soluzioni. Il Pd, coerentemente, è da sempre impegnato per le garanzie di tutti senza distinzione di censo o di posizioni. Non a caso oggi si riparte anche guardando alle molte misure sulla giustizia introdotte con il ministro Orlando nella passata legislatura. Noi siamo quelli della riforma della custodia cautelare e delle intercettazioni, degli interventi sui tempi del processo, delle misure alternative alla detenzione e del gratuito patrocinio a tutela del diritto di difesa, solo per citare alcuni interventi. Suggerirei a Renzi di archiviare gli slogan a costo zero e lavorare soprattutto per le soluzioni", osserva Anna Rossomando, responsabile Giustizia dei dem.
Anche da M5s arriva una risposta: "Se il senatore Matteo Renzi continua il suo show anti Conte quotidiano, parlando di tranquillità ora che c’è il premier Draghi, non ha capito quale sia il problema reale del Paese. Se vuole parlare di incantesimi allora faccia una cosa: metta in scena una bella sparizione istantanea dalla scena politica italiana. Altrimenti saranno i cittadini a silurarlo alla prossima tornata elettorale: sono i politici come lui, alchimisti specialisti nel rimestamento parlamentare da prima Repubblica, a distruggere il futuro dell’Italia", afferma Gabriele Lanzi, segretario e delegato d’Aula per il gruppo pentastellato del Senato.