AGI - Il puzzle è complesso, anche perché i pezzi da inserire vengono da diverse città italiane con diversi equilibri nei partiti che compongono il centrosinistra e il centrodestra. La parola definitiva arriverà comunque dai tavoli romani dei leader nazionali.
Ma a Napoli crescono le quotazioni di Roberto Fico come nome del centrosinistra nel borsino delle potenziali candidati alla poltrona di sindaco.
Gli 'sponsor' di Fico
Dopo il rinvio delle amministrative, che ora si svolgeranno tra settembre e ottobre anziché in giugno, a rompere un quadro di stallo generale seguito all'annuncio dello slittamento è il capogruppo del M5s in consiglio regionale, Valeria Ciarambino, da sempre vicina a Luigi Di Maio, che spinge nuovamente sul nome del presidente della Camera, come aveva già fatto a fine 2020. Le fa eco il sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia, che rilancia l'alleanza Pd-M5s-Leu come "sfida" per le comunali partenopee.
Il tavolo del centrosinistra
Al netto delle dichiarazioni dei pentastellati, la situazione nel centrosinistra resta molto fluida. L'ultimo tavolo della coalizione ha lasciato forti strascichi. Il vicepresidente della Giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, parlando anche per conto di Vincenzo De Luca, ha attaccato duramente il segretario metropolitano del Pd, Marco Sarracino, perché quest'ultimo, al termine della riunione, aveva definito Fico "un'opportunità per la città". Domani si proverà a rimettere insieme i cocci. Un nuovo appuntamento, al quale parteciperanno anche in questa volta Pd, M5s, le sinistre e le forze che hanno appoggiato De Luca alle regionali.
Il nome di Vincenzo De Luca
Pure dopo l'avvicendamento tra Nicola Zingaretti ed Enrico Letta alla guida del partito, Sarracino continua a lavorare sul modello di coalizione che a livello nazionale appoggiava il Conte-bis, mentre De Luca non nasconde le sue storiche perplessità sui grillini, peraltro ricambiate, e spinge per l'ex ministro e rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, che riscuote giudizi positivi comunque tra il M5s e Iv.
Il ruolo del 'governatore' sarà dunque importante nelle prossime settimane; potrebbe rompere il fronte e uscire allo scoperto, indicando un nome civico nel caso in cui non dovesse gradire le scelte che saranno fatte dai partiti. Nella rosa dei candidati potenziali perde posizioni invece Enzo Amendola che, con l'ingresso nel governo Draghi come sottosegretario agli Affari europei, sembra lontano dalla corsa per Napoli. Restano alla finestra Antonio Bassolino, che si considera già in corsa con o senza il Pd; e Alessandra Clemente, assessore nelle tante Giunte del sindaco uscente, Luigi de Magistris, di cui questi, prima di scegliere la Calabria come sua prossima prova politica, ha lanciato le candidatura.
Salvini spinge Maresca
Nel centrodestra, a smuovere le acque è stato Matteo Salvini, che ha usato parole inequivocabili per Catello Maresca. "E' una grande opportunità per Napoli e per il rinascimento di questa straordinaria città - ha detto - l'ho sentito e l'ho incontrato più volte, lo apprezzo come magistrato anticamorra ed è quello che mi ha convinto di più. Penso che da sindaco possa fare tanto".
E mentre il sostituto procuratore generale continua a prendere tempo, con FI pronta a sostenerlo, resistenze arrivano da FdI. Al leader della Lega risponde a stretto giro Giorgia Meloni, definendo il magistrato "una personalità di livello", ma ricordando che in campo "ci sono varie opzioni competitive, come Sergio Rastrelli". È il suo secondo endorsement per il figlio di Antonio, ex presidente della Campania.
Al di là delle schermaglie e dei veti incrociati, dunque, tutto si deciderà a Roma. Se lo attende FI, così come la stessa Meloni, che chiede di riunire il tavolo del centrodestra per mettere fine alla “lotteria dei nomi e delle coalizioni”.