Il nuovo Segretario del PD Enrico Letta, ha proposto, qualche giorno fa, un ritorno al Mattarellum, la legge elettorale con cui si sono svolte le elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001.
Ma cosa accadrebbe se oggi si tenessero le elezioni politiche e si votasse col Mattarellum e con i parlamentari elettivi ridotti da 945 a 600? Per scoprirlo YouTrend ha condotto, insieme a Cattaneo Zanetto & Co, 3 simulazioni, ognuna basata su un diverso schema di coalizioni tra i principali partiti.
Nel Mattarellum, il 75% dei parlamentari veniva eletto, sia alla Camera che al Senato, in collegi uninominali: le coalizioni pre-elettorali erano dunque determinanti - come del resto lo sono anche nel Rosatellum, dove però la quota maggioritaria rappresenta il 37,5% dei seggi complessivi (esclusi quelli esteri).
Il restante 25% dei seggi attribuiti col Mattarellum veniva invece assegnato in maniera proporzionale, ma se alla Camera questo avveniva con listini bloccati ad hoc, al Senato si utilizzava un complesso meccanismo di recupero dei non eletti nei collegi uninominali basato sul cosiddetto "scorporo". Con il Rosatellum, invece, la quota proporzionale - costituita da collegi plurinominali e listini bloccati - pesa per il 67,5% dei seggi di entrambe le Camere (esclusi quelli esteri).
Insomma, il Mattarellum è un sistema molto complesso, e non è neppure possibile sapere come verrebbero disegnati i suoi collegi: per questo motivo, si è partiti dall'ultima versione dei collegi del Rosatellum e si è condotta la simulazione con quest'ultimo sistema, partendo dalle percentuali di consenso verso i partiti rilevate dalla Supermedia YouTrend dell'11 marzo. Successivamente, sono stati raddoppiati i risultati della parte maggioritaria e moltiplicati per due quinti quelli della parte proporzionale, per arrivare ai "pesi" del Mattarellum.
Nella tabella qui sotto abbiamo sintetizzato gli schieramenti utilizzati nei 3 scenari, dai quali sono stati esclusi i seggi riservati alla Circoscrizione Estero (8 alla Camera e 4 al Senato).
Scenario A: coalizioni 2018
Nel primo scenario lo schema degli schieramenti è quello delle elezioni politiche del 4 marzo 2018, ovvero una corsa in solitaria del Movimento 5 Stelle, senza alleanza sulla scheda elettorale né con il centrosinistra (PD, Italia Viva, +Europa e Azione) né con La Sinistra.
In questo scenario, il centrodestra otterrebbe il suo risultato migliore grazie alla frammentazione del fronte avversario: la coalizione tra Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Cambiamo avrebbe infatti una super-maggioranza col 79,5% dei seggi in entrambi i rami del Parlamento (318 seggi su 400 alla Camera, 159 su 200 al Senato).
EMICICLI CAMERA E SENATO:
Scenario B: blocco Conte vs centristi vs CDX
Nel secondo scenario sono tre gli schieramenti principali: il polo centrista composto da Italia Viva, +Europa e Azione, il centrosinistra (PD, La Sinistra) alleato col Movimento 5 Stelle e infine, come nel precedente scenario, il centrodestra a 4 gambe (Lega, FdI, FI e Cambiamo).
In questo caso, col Mattarellum il centrodestra avrebbe ancora la maggioranza assoluta in entrambe le Camere (250 deputati e 123 senatori, cioè oltre il 60% dei parlamentari): numeri più bassi rispetto al precedente scenario, ma comunque ampiamente sufficienti per governare senza dover cercare alleanze con altre forze politiche.
EMICICLI CAMERA E SENATO:
Scenario C: schieramento unico vs CDX
Cosa succederebbe, infine, se ci fossero solo due grandi blocchi, uno di centrodestra “classico” e uno composto dal centrosinistra, dal Movimento 5 Stelle e dalle forze centriste? Quest’ultimo avrebbe la maggioranza relativa al Senato (100 seggi su 200), mentre alla Camera il centrodestra disporrebbe della maggioranza assoluta (201 su 400). In questo caso sarebbero dunque decisivi gli altoatesini della SVP e gli eletti della Circoscrizione Estero.
EMICICLI CAMERA E SENATO: