AGI - Riaprire i circoli, aprire il partito ai giovani e ai militanti, guardare al futuro del Pd guardando al futuro dell’Italia. Enrico Letta visita a sorpresa il circolo dem di Testaccio, una sede storica e vicina a casa, alla vigilia della sua elezione a segretario e chiede ai militanti “che devo dire domani?”. E' lo stesso circolo che, all'indomani della fine del suo governo, Letta aveva visitato e dal quale era stato accolto da un "Grazie Enrico", ben più mesto del gioioso "Daje Enri'" con cui è stato spronato oggi. Una visita subito dopo la spesa del mattino per il futuro segretario, assaggio di quella consultazione di due settimane che Letta ha annunciato accettando la candidatura alla guida dei dem.
Non sarà un discorso lunghissimo, quello che Letta rivolgerà domani dalle 11,45 ai mille delegati dell'assemblea Pd, riuniti per la prima volta in streaming e che saranno chiamati a votare on line. Se l'ex premier tornasse al Nazareno, sarebbe la prima volta dopo sette anni dal suo ultimo ingresso nella sede del partito. Per Letta sarà ovviamente centrale il rapporto con il governo Draghi, che il Pd dovrà continuare a sostenere con sempre maggiore impegno, sfidando però le altre forze di maggioranza su temi cruciali per il principale partito del centrosinistra. Una centralità a volte sfumata nei mesi scorsi e che va invece recuperata a partire dalle proposte concrete che Letta intende mettere in campo subito dopo la campagna di ascolto nei circoli.
Il mondo sta cambiando velocemente, c'è un nuovo equilibrio in Europa, più avanzato di quando Letta aveva lasciato palazzo Chigi, c'è un nuovo presidente Usa che apre nuovamente al multilateralismo. Ma ci sono milioni di persone più fragili e il Pd deve parlare a loro, uscendo dalla ztl, i centri urbani che restano la cassaforte dei voti per il partito ma a scapito delle aree più periferiche delle città e del Paese.
Una fragilità emersa con forza durante la pandemia, intere aree della società e del paese hanno vissuto con maggiore difficoltà la crisi sanitaria ed economica. Ai più vulnerabili, spiegherà Letta, i dem devono ricominciare a dare risposte, cominciando già ora che anche il Pd sostiene l'esecutivo Draghi, ma pensando a che Italia ci si immagina per il futuro. Coniugando quindi diritti e doveri, uguaglianza di opportunità, tra generazioni, tra uomini e donne, tra nord e sud. Per quel che riguarda le alleanze, Letta non rinnegherà il lavoro di dialogo fatto da Nicola Zingaretti. Ma innanzitutto sarà il Pd a doversi aprire, dialogando con i partiti del centrosinistra, con il M5s, ma sempre e comunque con un atteggiamento di sfida costruttiva, senza derogare dai suoi principi.
Il Pd dovrà dunque essere strumento di crescita per il Paese e dovrà smettere di essere ripiegato su se stesso, discutendo solo di ruoli di potere. Per questo Letta ha chiesto di non nascondersi dietro l'unanimismo di facciata, ben venga il confronto, il dibattito sulle politiche, ma su parole chiave e in un clima di verità nei rapporti e di rispetto reciproco. Letta annuncerà poi di voler aprire il partito a una nuova generazione, anche dialogando con realtà già esistenti che si occupano di temi concreti dell'agenda, impegnandosi sul territorio del Paese.
Subito dopo il suo intervento cominceranno le operazioni di voto e verso le 13,30 ci sarà la proclamazione. Dal giorno dopo a testa bassa comincerà la consultazione dei circoli, poi la riorganizzazione del partito e la definizione delle nuove idee guida per un partito che vuole guardare avanti, ma "insieme", ha spiegato Letta accettando la candidatura.