AGI - Un manifesto che muove dalle istanze del “Movimento delle origini”, ma che si apre, in Parlamento e fuori, anche a chi non si è formato politicamente in M5s ma condivide la necessità di un’opposizione ferma al governo presieduto da Mario Draghi. E’quello che hanno presentato alla Camera, in conferenza stampa, alcuni dei deputati espulsi nei giorni scorsi dal gruppo pentastellato, dopo la scelta di non votare la fiducia al nuovo esecutivo, contravvenendo alle indicazioni del capo politico.
Potranno contare, almeno a Montecitorio, su una componente del gruppo Misto denominata “L’alternativa c’è”, composta per ora da 13 deputati, con l’obiettivo dichiarato di arrivare alla formazione di un gruppo vero e proprio. “Nasciamo come opposizione a questo governo – ha detto il portavoce Andrea Colletti - e in opposizione a quelle che un governo tecnico come quello di Draghi potrà portare avanti. Vogliamo essere inclusivi per tutte quelle persone dentro e fuori il Parlamento che non vogliono morire moderate. Abbiamo redatto un manifesto di principi e obiettivi che vogliamo perseguire. Un governo di tutti – ha proseguito - rischia di essere un governo di nessuno, ma il problema è che quando la politica è debole prende il sopravvento la burocrazia, e questo è un governo di burocrati. Il nostro è un manifesto in divenire, dei principi di base su cui vogliamo creare consenso, è aperto a tutti”.
Gli fa eco Pino Cabras, sottolineando che “questo governo è l'autobiografia di una Nazione in declino. Non vogliamo essere compartecipi delle cose che abbiamo sempre combattuto. L’alternativa va costruita, vogliamo farlo con tanti cittadini”. Rispondendo a una domanda sull'ipotesi di una “amnistia” concessa dal gruppo dirigente del Movimento e di un possibile reintegro, Colletti osserva che “un’amnistia presuppone una colpa e che l’amnistiato riconosca una forma di colpa”.
“Qui – aggiunge Cabras - il problema sono state le scelte di un gruppo dirigente che in 24 ore è passato dal no a Draghi al sì a Draghi senza fiatare”. Sulla questione della leadership, Colletti respinge l'idea di una figura carismatica a capo del nuovo soggetto, come per esempio Alessandro Di Battista: “Noi non abbiamo bisogno di leader ma siamo inclusivi verso tutti quelli che si trovano in questo manifesto e vogliono fare un percorso assieme a noi”. E interpellato su Giuseppe Conte, Cabras parla di un “grande negoziatore, ma oggetto misterioso sotto l’aspetto della volontà politica e del Capo politico di un partito”. “Spero che il gruppo dirigente di M5s – conclude Colletti – una volta capito quale è e quale sarà, capisca come sia ancor più necessario essere una reale e vera forza di opposizione”.
Intanto, Alessandro Di Battista esclude di poter rientrare nel movimento se a guidarlo fosse Giuseppe Conte: "Rispetto totale per Conte. Ma io ho lasciato il M5s non per l'assenza (in quel momento) di Conte. Ma per la presenza al governo con Draghi, Pd, Berlusconi, Salvini, Bonino, Brunetta, Gelmini etc, etc. Conte sapete bene che l'ho sostenuto eccome (il mio No totale e mai cambiato al governo Draghi era il miglior modo, a mio avviso, di sostenere Conte) ma per me contano le linee politiche. Io, e lo dico con la massima serenità, non ho nulla a che vedere con un movimento che fa parte del governo dell'assembramento pericoloso. Un abbraccio a tutti e grazie per il sostegno".