AGI - L'ipotesi di un sostegno a un governo di Mario Draghi, convocato domani al Quirinale da Sergio Mattarella, divide i partiti di centrodestra.
Fratelli d'Italia conferma la posizione a favore del voto anticipato e si pone, con una nota firmata da Giorgia Meloni, già sul piano dell'opposizione, anche se - questa pare la novità - non belligerante ma responsabile.
Come è noto, è invece, da mesi, a favore di un esecutivo istituzionale il partito di Silvio Berlusconi, tanto più se guidato da una personalità dal profilo così alto come l'ex governatore della Banca centrale europea.
Nei colloqui con gli altri leader del centrodestra il Cavaliere oggi ha detto, viene riferito, di essere “preoccupato perché da più di un mese l’Italia è sostanzialmente priva di una guida”.
A suo giudizio, la “crisi era inevitabile” e il “centrodestra ha dato grande prova di unità”. Per questo nessuna decisione sarà presa senza consultare prima gli alleati. A favore di un esecutivo Draghi anche i centristi di Cambiamo di Giovanni Tori, tra i primi a evocare le larghe intese dopo lo strappo di Matteo Renzi.
Discorso più complesso per quanto riguarda la Lega di Matteo Salvini. A chi gli chiedeva di un eventuale governo Draghi, il segretario leghista proprio oggi ha risposto: “Draghi è stimabile, il problema non è Draghi ma cosa fa e per chi lo fa”, ovvero quali provvedimenti e col sostegno di chi.
Se in piena esplosione della pandemia, poco meno di un anno fa, Salvini fu il primo a proporre il nome dell'ex numero uno dell'Eurotower, dall'apertura della crisi il capo della Lega si è unito a Meloni nel chiedere il voto anticipato, lasciando pochi spiragli all'opzione larghe intese.
Bisogna vedere se, davanti a un nome di così alto profilo e all'appello alla responsabilità lanciato ai partiti dal capo dello Stato, resterà sulle sue posizioni.
Sicuramente nel partito di via Bellerio parte del gruppo parlamentare e molti dirigenti, compreso il vice di Salvini Giancarlo Giorgetti, sono convinti ormai da tempo che la Lega debba essere della partita in caso di governo istituzionale.
Ma nella Lega si fa quel che decide il capo. E finora l'unico commento di Salvini al discorso di Mattarella è stato un tweet in cui citava l'articolo uno della Costituzione nel punto in cui afferma che “la sovranità appartiene al popolo”.
Nel suo nuovo ruolo di 'federatore' del centrodestra, probabilmente Salvini lavorerà per arrivare a una mediazione che non spacchi la coalizione. E che non ostacoli la formazione dell'esecutivo Draghi.