AGI - È tutta ancora in salita la trattativa sul programma. Non che non si siano fatti alcuni passi avanti tra i capigruppo e i tecnici dei partiti della maggioranza uscente, a cui si aggiunge il nuovo gruppo degli Europeisti, ma restano ancora diversi temi divisivi, che hanno creato momenti di tensione, come il Mes, le politiche sul lavoro, la sanità, le infrastrutture, e non ultimo il capitolo riforme, con i renziani che chiedono una bicamerale, la cui guida potrebbe essere affidata all'opposizione.
Un analogo organismo, per Iv, dovrebbe vedere la luce anche sul Recovery. Domani si dovrebbe affrontare il tema della giustizia, da sempre altamente a rischio scontro tra Iv e M5s. E la vigilia non farebbe ben sperare: i renziani hanno presentato al decreto Milleproroghe, in esame alla Camera, un emendamento per bloccare la riforma Bonafede sulla prescrizione per tutto il 2021.
Ma forse il nodo che rende difficile, al momento, fare pronostici sull'esito del tavolo è solo in apparenza un tema tecnico, ovvero con quale formula il tavolo dovrà terminare i suoi lavori (che hanno impegnato l'intera giornata, per poi riprendere domani mattina e concludersi intorno alle 13): per Italia viva è necessario che i quindici 'scherpa' riuniti oggi alla Sala della Lupa, mettano nero su bianco un documento, in cui vengono indicati i punti programmatici dell'eventuale nuovo governo, da qui al 2023. Una posizione che non ha riscontrato il favore di Pd e M5s, ma anche delle altre forze minori: il programma lo scrive il presidente del Consiglio.
Per dem e pentastellati, osserva più di una fonte parlamentare, sarebbe l'ennesimo rialzo da parte di Renzi, che vuole non solo 'rosolare' a fuoco lento Conte fino all'ultimo, anche di fatto 'depotenziarlo', "scrivendogli lui il programma di fine legislatura".
Altra nota dolente il Mes, anche se Iv non va allo strappo: pone al tavolo la questione dei fondi per la sanità (capitolo caro anche al Pd, che chiede di aumentare le risorse) e quindi i due capigruppo Iv rilanciano sul fondo salva stati, ma proponendo di utilizzare solo una parte dei 36 miliardi a disposizione. I 5 stelle restano però fermi sul no, non se ne parla. E, secondo alcuni, si tratta dell'ennesima 'provocazione' di Renzi per tirare sempre di più la corda, stando lì a guardare chi la spezzerà per primo, se i 5 telle o i dem.
Confronto aperto sul tema del lavoro: la direzione è di insistere maggiormente sulle politiche attive, rivedere, ma senza cancellare, il reddito di cittadinanza, puntando sugli ammortizzatori sociali. Al tavolo i capigruppo del Pd Delrio e Marcucci, affrontando il tema del lavoro, hanno posto l'esigenza dell'ammortizzatore unico, della parità salariale e della piena occupazione femminile.
Il dialogo si è incentrato soprattutto sulla necessità di ragionare sul tema dell'occupazione. Italia viva, secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari, ha chiesto un cambio di passo per Anpal e Inps. Nel mirino di Renzi - e non da poco - Parisi e Tridico, ma i toni comunque sono stati pacati, anche se c'è stata una discussione tra Iv e M5s, che non intende rinunciare al reddito di cittadinanza e propone anche il salario minimo, nonchè politiche per gli autonomi come gli ammortizzatori sociali.
Sul tavolo anche la legge elettorale proporzionale voluta da Pd e M5s e cara anche alle forze minori, convinti che Renzi possa convergere con un'asticella piu' bassa rispetto alla soglia del 5%, ma anche i corretti costituzionali al taglio dei parlamentari, sui quali insistono i dem.
E mentre va avanti il lavoro nella Sala della Lupa di Montecitorio, tra i giallorossi resta il timore che Renzi stia bluffando, che quando si andrà a discutere della squadra dei ministri e del presidente del Consiglio l'asticella sarà cosi' alta da far saltare il tavolo.
Tanto che, poco prima della fine dei lavori in serata, alcune fonti Iv fanno filtrare che si sarebbe a un passo dalla rottura: non tanto per il confronto al tavolo promossa dal presidente Fico, quanto per la 'trattativa parallela' sulla possibile squadra di governo.
Ma gli stessi renziani frenano. E il capogruppo di Leu spiega: "Sento dire che abbiamo litigato, che c'è stata una rottura. E' una fake news. Il lavoro è andato molto bene", garantisce Fornaro. Ma a nessuno dei protagonisti sfugge che la partita 'esterna' al palazzo inevitabilmente condizionerà anche l'esito del confronto in corso dentro Montecitorio.
"Vediamo domani" come il presidente Fico "immaginerà di muoversi", dice a sera Renzi nella chat con i suoi parlamentari. "Noi ci manteniamo disponibili e collaborativi, senza veti e senza pregiudizi. Speriamo che nelle prossime ore si faccia un passo in avanti". Anche se torna a insistere sul documento scritto: "Abbiamo chiesto di avere un documento scritto perché solo mettendo nero su bianco le priorità, dalla giustizia al lavoro, dalla sanità alle riforme, potremo essere chiari davanti ai cittadini. Una crisi come questa merita di essere risolta in modo trasparente: va scritto ciò su cui siamo d'accordo e in che tempi realizzarlo", taglia corto il senatore di Rignano.