AGI - Matteo Renzi gela Giuseppe Conte. E stoppa (per il momento) le aspirazioni del presidente del Consiglio dimissionario a restare a palazzo Chigi. Serve prima un chiarimento politico (con gli ex alleati), per verificare se c'è ancora una maggioranza. In quel caso, Pd e M5s devono chiedere l'impegno di Italia viva. Solo allora si potrà discutere dei contenuti. Ne consegue che adesso, al termine delle consultazioni, non va dato un nuovo mandato al premier dimissionario, bensì un incarico esplorativo a un altro nome (che il leader di Iv si guarda bene dal pronunciare).
Del resto, al momento non c'è più una maggioranza, così come non vi è una maggioranza alternativa. Il 'cerino', quindi, è ora nelle mani di dem e pentastellati, sta a loro fare un passo. Renzi lo dice senza indugi: "Noi siamo pronti ad appoggiare un governo, ma questa proposta politica necessita il passaggio ulteriore di capire se vogliono stare o no con noi. Devono confrontarsi con noi, non con gli hashtag. Poi discuteremo delle persone. Io non vedo altra maggioranza politica che non contempli Italia viva".
Sia chiaro, i renziani - garantisce - non vogliono le elezioni anticipate, ma un governo politico in tempi brevi. La subordinata è un governo istituzionale, che non sarebbe la scelta preferita da Iv, ma Iv non si sottrarrebbe alla responsabilità. Renzi illustra la linea di Italia viva in 27 minuti davanti alle telecamere e ai giornalisti, dopo il colloquio con il Capo dello Stato al Quirinale. Linea spiegata ancor più nel dettaglio successivamente, quando viene riferito il contenuto del colloquio telefonico avuto nel pomeriggio - poco prima di salire al Colle - con Conte, che ha chiamato il senatore di Rignano.
Poi, quando viene sintetizzato cosa Renzi ha detto a Sergio Mattarella nel chiuso delle consultazioni. E se di veto sul nome di Conte non si tratta, ci manca davvero poco. Dall'avvocato Renzi è 'diviso' non da problemi personali o caratteriali, tiene a precisare più volte il leader di Iv, ma da "enormi questioni politiche", spiega allo stesso Conte al di là della cornetta. Davanti ai giornalisti Renzi si toglie più di un sassolino dalle scarpe.
"Abbiamo subito 15 giorni di fango" solo perché "siamo stati gli unici a porre problemi di merito", dice dopo l'incontro con Mattarella. E ancora: "Abbiamo sentito 'mai più con Italia viva', poi 'Iv è irresponsabile e inaffidabile'. Ma noi non siamo nè inaffidabili nè irresponsabili ma molto chiari e diretti: abbiamo sentito parole su di noi al limite dell'insulto", sottolinea. E chiede, di fatto, quel riconoscimento politico - non solo numerico - invocato da tempo.
Tocca agli ex alleati andare da Italia viva a chiedere di sedersi al tavolo. "Rimettiamo la valutazione a chi in queste settimane ha messo veti su noi". Quindi, l'ex premier indica quali sono le priorità (dalla situazione sanitaria alla scuola, dalla crisi economica a quella occupazionale) su cui finora non ha "ricevuto risposte all'altezza", ribadisce che l'importante è parlare di "contenuti", tra cui anche il Mes, e spiega che il vero tema di cui bisognerebbe occuparsi ora sono i 209 miliardi del Recovery, perché - e qui cita Mario Draghi - se vengono "spesi male si farà debito cattivo". Renzi chiarisce subito: "Andare alle elezioni sarebbe un errore". Italia viva "vuole subito un governo politico", ma a Mattarella non fa nomi, tantomeno quello di Conte, "siamo ancora nella fase precedente". Non ha posto neanche veti, garantisce dopo il colloquio al Colle, perché "credo che dobbiamo adeguarci all'adagio latino 'Nomina sunt consequentia rerum'", ovvero i nomi sono conseguenti alle cose.
Renzi ribadisce come "lo spettacolo della caccia ai senatori" sia "indecoroso", pur spiegando di non avere "pregiudizi" su una eventuale maggioranza composta anche dai responsabili del gruppo 'Europeistì. L'unico 'no' è a "maggioranze raccogliticce o populiste". Aggiunge, chiarendo ancor di più la posizione del partito, il presidente Iv Ettore Rosato: "Non siamo ancora disponibili a un governo con Conte".
Fonti parlamentari renziane spiegano che 'nessuna strada è preclusà, e che Iv lascia aperta ogni possibilità. Ma prima di compiere qualsiasi mossa, serve un chiarimento politico. Serve, viene scandito, che Pd e M5s dicano cosa vogliono fare e come (e con chi).(AGI)Ser (Segue) (AGI) - Roma, 28 gen. - Subito dopo Renzi sale al Colle la delegazione del Pd.
E al termine delle consultazioni, il volto scuro del segretario Zingaretti dice più di mille parole. Il leader dem non si concede alle domande dei giornalisti, ribadisce che il Pd è per il Conte ter. In serata è il vicesegretario Andrea Orlando a risponde a caldo all'ex premier. "Per riprendere Renzi in maggioranza bisogna capire se Renzi pone un veto su Conte o no. Ma se con Renzi i numeri della maggioranza restano risicati, si continuerà a ballare e per questo vogliamo un allargamento della maggioranza".
Per il numero due del nazareno "l'ultima parola naturalmente spetta a Mattarella ma ci sono più scenari e si rischia di rotolare ad elezioni". Dai 5 stelle, che saliranno al Colle domani per l'ultimo giorno di consultazioni, non arriva alcuna replica ufficiale. Ma tra i pentastellati non si nega l'effetto "spiazzamento". "Come facciamo adesso a dire di no?". perché - è questo il ragionamento dei pentastellati - il senatore di Rignano ha gettato la palla, ancora una volta, nel campo avversario. In altre parole, se prima spettava al rottamatore dire sì o no a Giuseppe Conte, ora l'affare si complica e si chiede al resto della maggioranza, e in ultima analisi proprio a Conte, di pronunciarsi sulla presenza di Italia Viva nel governo. E la posizione dei Cinque Stelle, nei giorni scorsi, è stata netta: non si torna con chi si è dimostrato inaffidabile e irresponsabile. Ma, si chiedono i parlamentari, si tratta ancora di una posizione sostenibile?
Al momento, però, la linea dei 5 stelle non cambia, viene assicurato: sostegno a Conte per il ter. Ed è il suo nome che domani la delegazione M5s farà a Mattarella.