AGI - Giuseppe Conte cerca il rilancio del suo governo. Il giorno dopo aver incassato una striminzita fiducia al Senato, il premier sa che la strada per proseguire è obbligata: allargare la maggioranza per garantire al suo governo una navigazione più tranquilla dopo l’addio di Italia viva. “Ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza” aveva twittato a caldo il premier subito dopo il voto di palazzo Madama. E il Pd lo incalza proprio su questo. “Occorre voltare pagina, rafforzare e ampliare la forza parlamentare di questo governo" afferma Nicola Zingaretti di buon mattino.
Per questo il presidente del Consiglio ha in agenda per oggi sia un vertice con i partiti che lo sostengono sia un colloquio chiesto al Capo dello Stato. Già nel suo intervento il premier aveva anticipato alcune delle sue mosse: un rimpasto della squadra dei ministri, la ricerca di altri deputati e senatori che diano la fiducia al governo, l’arrivo in maggioranza di un gruppo di europeista e di centro strutturato. Il tempo per raggiungere tutti questi obiettivi è poco: la ‘tregua’ che le Camere daranno all’esecutivo durerà pochi giorni, il tempo di varare lo scostamento di bilancio, già oggi, e il nuovo dl ristori. Poi l’opposizione tornerà alla carica, come ha fatto già subito dopo il voto, chiedendo che si torni alle urne ed appellandosi al Presidente della Repubblica.
Ma è anche dalla stessa maggioranza che viene una richiesta di rafforzamento. Il Pd lo dice chiaro e tondo. "Il Pd ha svolto un ruolo importante. Basta polemiche, rimbocchiamoci le maniche perché l'Italia non può aspettare” ha detto Zingaretti. Si è certo “evitato il salto nel buio” ma ora è necessario “tornare a occuparsi dei problemi degli italiani e costruire una prospettiva politica". Il segretario dem risponde anche alle polemiche innescate dalle opposizioni: "L'esito dei voti di fiducia alla Camera e al Senato conferma che non c'era nessun'altra ipotesi di governo che potesse prendere più voti nel passaggio parlamentare".
E il capodelegazione Pd Dario Franceschini esplicita l’impegno che Conte si trova davanti: “Un governo è forte se può contare su almeno 170 senatori. Ora quindi dobbiamo lavorare per rafforzarlo” e per farlo serve “una missione, un disegno politico”; per questo “abbiamo offerto di allargare la maggioranza a tutti i moderati che stanno con grande disagio in una alleanza a guida Salvini e Meloni, per sostenere una linea europeista e approvare una legge proporzionale che liberi il Paese da alleanze forzate. Per Forza Italia è una occasione". E già ieri due senatori, Rossi e Causin, si sono staccati dal gruppo azzurro per dire sì a Conte.
Se l’allargamento debba interessare anche Iv è tema aperto. Il M5s chiude la porta ma il capogruppo Pd Andrea Marcucci non taglia i ponti: “Da giovane deputato del Partito liberale una delle prime cose che capii a Montecitorio è che in politica non si dice mai la parola mai”.