AGI - Per quattro volte è stato protagonista di un caso Alfonso Ciampolillo, il senatore ex M5S di Bari ammesso a votare in estremis ieri sera a Palazzo Madama sulla fiducia al governo Conte dalla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati. Ciampolillo, che ha votato si al Conte II, aveva già fatto parlare di sè due volte nel 2019, prima quando lanciò una sua particolare proposta per combattere la Xylella che sta falcidiando gli uliveti pugliesi, e quando elesse come propria residenza un ulivo.
E ancora, a gennaio 2020, quando l’M5S lo ha espulso dal gruppo per i mancati versamenti a carico dei parlamentari, e infine ieri sera con il cosiddetto episodio della “Var” a Palazzo Madama. Oggi, in una intervista video a La Repubblica, Ciampolillo, alla domanda se farebbe il ministro, ha risposto senza esitazioni: “Farebbe piacere a me come a chiunque. L’agricoltura mi potrebbe piacere perché mi sono impegnato tanto nella mia fantastica Puglia contro la Xyella”.
E su quanto avvenuto ieri sera al Senato, Ciampolillo ha spiegato “il voto era sofferto. La cosa più importante credo sia partecipare e dare il proprio contributo. Ho pensato che oggi questa Nazione non poteva fermarsi così” perché “bisogna andare avanti tutti nella stessa direzione”.
Alfonso Ciampolillo, detto Lello, è nato a Bari il 2 febbraio 1972, impiegato, alle elezioni amministrative del 2009 è stato il candidato del Movimento 5 Stelle per la carica di sindaco di Bari dove ha ottenuto 749 voti, pari allo 0,4% dei consensi.
“La mia passione per la politica? È nata nel 2006, quando un amico mi inviò un messaggino dicendomi: Hai visto il blog di Grillo?”. Ciampolillo è già al secondo mandato parlamentare. Nel 2013 è stato eletto senatore della XVII legislatura nella circoscrizione Puglia per il Movimento 5 Stelle, divenendo il 7 maggio dello stesso anno membro della Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni e dal 5 giugno di quella per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
È stato rieletto al Senato nel febbraio 2018 ma il 31 gennaio 2020 è stato espulso dal partito al termine dell'istruttoria sui mancati rimborsi. Ciampolillo non avrebbe fatto un solo versamento per tutto il 2019. Poche ore dopo l’espulsione Ciampolillo dichiarò che si riservava “di presentare reclamo contro l'ingiusto provvedimento di espulsione emesso nei suoi confronti dal Collegio dei Probiviri del Movimento 5 Stelle, in considerazione dell'evidente illegittimità del provvedimento stesso, specie per la palese violazione del diritto di difesa, regola fondamentale di ogni civile convivenza".
Ma la scena mediatica Ciampolillo l’ha conquistata soprattutto per la Xylella tanto da eleggere (provocatoriamente) a gennaio 2019 come propria residenza un albero infetto, a Cisternino (Brindisi), al fine di evitarne l’eradicazione, cosa poi avvenuta nello stesso mese. “Hanno invaso una mia residenza senza alcun titolo ed hanno distrutto un meraviglioso ulivo che costituisce la prova evidente di come sia possibile combattere la Xylella nel rispetto della natura e dell’ambiente” commentò.
Per Ciampolillo, infatti (lo ha dichiarato più volte), ”la xylella si combatte con le onde elettromagnetiche o con un sapone”. “Ci sono dei rimedi - ha dichiarato Ciampolillo - dal metodo Scortichini che usa rame e zinco (sul quale però ci sono dubbi della comunità scientifica) a un particolare tipo di sapone che serve a lavare gli ulivi. Si fanno un paio di trattamenti l'anno e anche glì alberi centenari o secolari sono tornati verdi". C’è poi la tecnica criogena, del freddo, “che io ho utilizzato”, ha aggiunto Ciampolillo sempre in relazione alla Xylella.
Per le onde elettromagnetiche, invece, “con un paio di trattamenti l'anno, abbiamo gli alberi che sono tornati verdi e i batteri colpiti da onde elettromagnetiche a bassa frequenza sono risultati poi al microscopio elettronico piegati e esplosi", ha detto ancora Ciampolillo. Il senatore è noto per le sue posizioni negazioniste relative all'epidemia del batterio Xylella.