AGI - "Mai pensato" di collegare l'approvvigionamento di vaccini al reddito. La vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti (Forza Italia), ha chiarito il significato della proposta inviata al commissario all'emergenza, Domenico Arcuri, che ha scatenato una bufera.
Tutto è partito, ieri, da un incontro della vicepresidente con i capigruppo del Consiglio regionale. In questa riunione, Moratti ha detto di aver mandato una lettera ad Arcuri in cui proponeva di introdurre quattro parametri per stabilire le dosi di approvvigionamento dei vaccini anti-covid: densità abitativa della regione, Pil, la maggiore mobilità e quanto il territorio sia stato colpito dalla pandemia.
La parola Pil ha provocato il finimondo, con la Moratti che è stata accusata di voler favorire le regioni più ricche a discapito di quelle più povere. E oggi la vicepresidente è corsa ai ripari: "Non ho mai pensato - ha detto nell'aula del Consiglio regionale - di declinare vaccini e reddito: il Pil è un indicatore economico-finanziario che attesta l'attività in una Regione che è il motore dell'Italia". Moratti ha sottolineato di aver proposto, al commissario Arcuri, dei punti "da sviluppare in sede di conferenza Stato-Regioni per il miglioramento del piano vaccinale". E "gli spunti che intendo sottoporre al commissario partono partono dal tema delle zone più colpite e che potrebbero riguardare mobilità e densità abitativa: fattori di accelerazione della trasmissione del contagio".
Le reazioni, però, sia in Lombardia che nelle altre regioni sono state veementi. "Leggo con sconcerto - ha attaccato il governatore campano, Vincenzo De Luca (Pd) - le affermazioni della signora Moratti a sostegno di una distribuzione di vaccini legata al Pil delle diverse regioni". Per il presidente della Campania "si direbbe che siamo a un passo dalla barbarie. La signora Moratti è persona intelligente e civile. Mi auguro che voglia chiarire che si è trattato di un'affermazione non meditata, che non risponde alle sue convinzioni".
Secondo il capogruppo del Pd in Regione Lombardia, Fabio Pizzul, quello della vicepresidente è "uno scivolone che non ci aspettavamo. Dal virus si esce tutti insieme o non si esce, e sollevare eccezioni basate sul Pil non fa che peggiorare la considerazione che i cittadini hanno di questa istituzione, già così deteriorata".
E "invece di scrivere ultimatum, lettere e ricorsi contro tutti gli altri, Moratti e Fontana dovrebbero cercare di capire perché la sanità lombarda non ha funzionato di fronte alla pandemia. Perché, senza una sanità che funziona, non torneremo tanto presto a produrre Pil". Più duro l'attacco di Nicola Fratoianni (Leu) e del M5s lombardo. L'esponente di Liberi e uguali ha sottolineato che "come ministra dell'Istruzione è stata un disastro, come sindaca di Milano pure, ora come assessore alla sanità della Lombardia, al posto dell'imbarazzante Gallera, anche peggio".
Più cauto il governatore della Calabria, Nino Spirlì (Lega): "A me quello che dicono gli altri poco importa, a me interessa sapere quello che dobbiamo stabilire tutti insieme nelle sedi opportune".