AGI - Il passaggio più delicato sarà quello di domani al Senato ma occorrerà capire come ci si arriverà, quali saranno i numeri dell’Aula della Camera. Il premier Giuseppe Conte nel chiedere la fiducia al Parlamento ha cercato di coinvolgere tutte le forze europeiste e anti-sovraniste, ha chiuso la porta della maggioranza a Renzi, mai citandolo ma affermando che “non si può cancellare quanto accaduto”. E ha promesso: “Ora si volta pagina”, serve “un governo coeso”.
Cinquantacinque minuti di intervento, interrotti da 14 applausi e dai fischi dell’opposizione. Il presidente del Consiglio si presenta alla prova delle Camere chiedendo “un appoggio limpido e trasparente su una convinta adesione ad un progetto politico. A tutti coloro che hanno a cuore il destino dell'Italia io dico: 'aiutateci'", il suo appello, “servono forze parlamentari volenterose, persone disponibili a mantenere elevata la dignita' della politica”.
L’obiettivo è arricchire l’alleanza con “il contributo politico d formazioni che si collegano alle migliori tradizioni democratiche, liberali, popolari, socialisti”. E allora chi ha idee e progetti e vuole vestire i panni del “costruttore" per un progetto per il Paese "sappia che questo e' il momento giusto per contribuire a questa prospettiva", aggiunge il premier. Con un’apertura anche a quelle forze delle opposizioni che “hanno contributo a superare alcuni passaggi critici” e presentato “proposte concrete".
La premessa è che l’esecutivo si presenta “a testa alta” dopo la prova terribile della pandemia, “perché ha agito con massimo scrupolo”. Ma serve una svolta e la promessa è che con le forze della maggioranza ci si siederà al tavolo per un patto di legislatura e “il rafforzamento del governo”.
Il presidente del Consiglio mette sul piatto della bilancia la delega ai Servizi, annuncia che nominerà una persona di sua fiducia, chiedendo però di tenere fuori l’Intelligence dalle polemiche. E sottolinea di non voler mantenere l’interim dell’Agricoltura. Ma soprattutto ‘apre’ alla legge elettorale di tipo proporzionale, provocando l’ira della Lega, e ad una “riforma fiscale non piu' rinviabile”.
Ora la strada è quella di “mettere in sicurezza Paese” ma il Capo dell’esecutivo nel chiedere la fiducia del Parlamento ribadisce il suo impegno a proseguire: “Io sono disposto a fare la mia parte”. “Non ravviso - sottolinea - alcun possibile fondamento in questa crisi" che ha aperto “una ferita nel Paese”, lasciando tutti sgomenti e provocando “danni notevoli" come "l'aumento dello spread e l'attenzione dei leader internazionali". "E' una crisi che avviene in una fase cruciale del nostro paese, con una pandemia ancora in corso. Confermo di avvertire un certo disagio", afferma il premier.