AGI - Regioni contro governo, sindaci contro il governo, opposizione contro il governo, ma anche ministri contro lo stesso governo a cui appartengono: la sindrome del Nimby (Not In My Backyard, Non nel mio cortile) esplode nella politica italiana ai livelli più alti, e innesca una nuova rivolta di almeno sette regioni contro Roma, che individua nei loro territori le "aree potenzialmente idonee" a ospitare i rifiuti radioattivi di bassa attività (quelli ospedalieri), ad esempio.
Non è bastata l'assicurazione di una procedura partecipata, che darà il via al Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi solo tra sei mesi, a placare l'ira delle Regioni, la cui rivolta è cominciata appena la Sogin, la Società che si occupa dei rifiuti radioattivi, ha pubblicato la Carta delle 67 aree. "Abbiamo appreso oggi dell'inclusione di alcuni comuni pugliesi e lucani tra i siti nazionali in cui stoccare residui radioattivi. La nostra contrarietà a questa opzione è ferma e netta. Il nostro modello di sviluppo è improntato sulla tutela dell'ambiente e della salute", ha detto il presidente della Puglia, Michele Emiliano, rilanciando l'irritazione del collega Christian Solinas: "Indicare 14 siti in Sardegna - afferma il presidente della Regione Sardegna - rappresenta l'ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l'Isola e per la volontà chiaramente espressa dal popolo sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un Referendum ed una legge regionale".
Dall'altra grande isola del Paese giunge la protesta del governo Musumeci, disponibile, però, al confronto: "La Sicilia rispetto a un tema così delicato e complesso, come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e, quindi, della tutela ambientale, non può accettare l'idea di scelte calate dall'alto. Riteniamo fondamentale, sul tema ambientale ancora più che su altri, un pieno confronto tra governo nazionale, governo Regionale e le comunità locali interessate", dice l'assessore regionale Territorio e Ambiente Toto Cordaro in merito all'individuazione di quattro aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale.
Se, infine, è ovvia la bordata di chi incarna l'opposizione, come Matteo Salvini - "Ennesimo atto di arroganza, ennesima dimostrazione di incapacita', ennesima provocazione", dice il leader della Lega - lo è meno quella di un ministro dello stesso esecutivo Conte, come Roberto Speranza. "In merito alle indicazioni di carattere generale della carta dei siti potenziali per il deposito delle scorie radioattive, resa pubblica da Sogin - afferma il ministro della Salute, spogliandosi degli abiti di titolare di un dicastero e indossando quelli di politico locale - appare del tutto evidente che le aree della Basilicata siano a più bassa idoneita' e quindi da escludersi in vista della valutazione definitiva".