Una unità di missione da istituirsi presso il Mef e un fondo di rotazione per avviare i primi progetti. Il tutto coinvolgendo il Parlamento che sarà regolarmente informato dei progressi nella realizzazione dei progetti. Comincia a delinearsi il modello di governance del Recovery Plan, uno dei capitoli della bozza del Piano nazionale circolata in queste ore. Un documento in cui vengono descritti i saldi dai quali emerge soprattutto lo sforzo di modernizzare il Paese, con particolare cura alla Pubblica Amministrazione.
"Per quanto riguarda il Dispositivo europeo di Ripresa e Resilienza che finanzia il Piano di Ripresa e Resilienza dell'Italia, il nostro Paese nel periodo 2021-26 potrà accedere a circa 65,4 miliardi di euro di sovvenzioni e 127,6 miliardi di euro di prestiti, ovvero 193 miliardi complessivamente, che il governo intende utilizzare appieno", si legge nella bozza del Piano di Ripartenza e resilienza a cui sta lavorando il governo.
"In aggiunta al Dispositivo di ripresa e resilienza, il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia sarà anche supportato da altri dispositivi che compongono il Next generation Eu. Fra di essi, la componente più rilevante rilevante è rappresentata dal ReactEu, che prevede risorse complessive pari a 47,5 miliardi a valori 2008". Nelle tabelle che accompagnano la bozza si parla di 196 miliardi di risorse totali, che andranno a finanziare 52 linee progettuali.
Sono 48,7 miliardi i fondi che il Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza destina alla digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. In particolare, alla Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione vengono investiti 10,1 miliardi; nella Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione vengono investiti 35,5 miliardi di euro; in Cultura e Turismo vengono investiti 3,1 miliardi.
"La missione Infrastrutture per una mobilità sostenibile si concretizza in 2 linee di azione (componenti) che prevedono 4 progetti tra riforme e investimenti, per un ammontare complessivo di risorse pari a 27,8 miliardi di euro", si legge ancora nel draft. In particolare, al capitolo Alta velocità di rete manutenzione stradale 4.0 sono destinati 23,7 miliardi; alla Intermodalità e logistica integrata vanno 4,1 miliardi.
Importante anche l'ammontare di risorse che si intende destinare all'Istruzione. "Per quanto riguarda gli investimenti in cui si concretizzano le due componenti della missione Istruzione, formazione e ricerca, questi sono distribuiti su 6 progetti per un ammontare complessivo di risorse pari a 19,2 miliardi di euro", viene spiegato. In particolare, alla prima componente, Potenziamento della didattica e diritto allo studio, sono destinati 10,7 miliardi; alla componente Dalla Ricerca all'Impresa sono destinati 8,5 miliardi.
Alla Salute vengono destinati 9 miliardi, suddivisi in Assistenza di prossimità e telemedicina (5 miliardi) e Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell'assistenza sanitaria (4 miliardi). Ma il capitolo più importante, almeno dal punto di vista della mole di risorse investite, è quello del green: nella bozza sono previsti 74,3 miliardi al capitolo Rivoluzione verde e transizione ecologica. Di questi, 40,1 miliardi sono destinati all'efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; 18,5 miliardi alla transizione energetica e mobilità locale sostenibile; 9,4 miliardi alla tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica; 6,3 miliardi all'impresa verde e all'economia circolare.
Un ammontare di risorse che saranno spese con l'ausilio di un sistema di governance in cui un ruolo fondamentale sarà svolto dall'Unità di missione istituita presso il dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato: "Con decorrenza dal 1 gennaio 2021 è costituita, presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'Economia e delle Finanze, un'apposita unità di missione con il compito di coordinamento, raccordo e sostegno delle strutture del medesimo dipartimento a vario titolo coinvolte nel processo di attuazione del Pnrr", viene spiegato in un capitolo del documento.
"Resoconti periodici dell'andamento del Piano nazionale di resilienza e ripartenza al Parlamento Nazionale e alla Commissione europea", viene sottolineato ancora:"Il governo auspica un ruolo attivo del Parlamento lungo il periodo dei sei anni nel controllo e nel monitoraggio dell'attuazione del Pnrr. Le forme di organizzazione devono essere decise in accordo ai regolamenti parlamentari e allo svolgimento della vita istituzionale".