AGI - L’assoluzione di Virginia Raggi ricompatta il Movimento 5 stelle sulla sindaca di Roma. Esultano Luigi Di Maio e Vito Crimi. “E' stata colpita da fuoco amico”, l’accusa di Alessandro Di Battista e anche la prima cittadina della capitale si toglie qualche sassolino dalle scarpe.
Ora però con Raggi che rafforza la sua posizione aumenta la distanza con il Pd. Il partito del Nazareno va avanti per la sua strada, non sosterrà la sindaca. "Sono contento che Virginia Raggi sia riuscita a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati. Dalla sindaca mi dividono molte cose: visioni politiche e temi amministrativi. Ma è addirittura ovvio dire che il confronto o la battaglia politica nulla deve avere a che fare con le vicende giudiziarie", ha commentato il segretario del Pd Nicola Zingaretti.
Lo scenario più probabile resta il sostegno dem a Carlo Calenda. Al momento non c’è un altro nome, il leader di Azione è in campo. Il Pd punta su una coalizione che vada da Stefano Fassina a Calenda e ha lavorato per la costituzione di un programma condiviso.
L'ex ministro dunque potrebbe essere lo sfidante della Raggi. Oggi tra i due c’è stato anche uno scambio di cortesie. “Complimenti a Virginia Raggi per l'assoluzione. Sempre una buona notizia”, ha scritto Calenda su Twitter. "Grazie Carlo", la risposta della sindaca di Raggi.
Al momento il centrodestra non ha ancora trovato un’intesa sul proprio candidato. Negli ultimi giorni sono cresciute le chances di Guido Bertolaso, Fratelli d’Italia non esclude la possibilità di convergere sull’ex capo della protezione civile. L’accordo nella coalizione è che si debba andare su figure civiche, ma il timore – osserva una fonte parlamentare di FdI - è che i candidati provenienti dalla società civile possano essere più deboli di nomi ‘politici’.
Nelle prossime settimane i leader del centrodestra torneranno a vedersi per chiudere la griglia per le prossime amministrative. L’unico punto fermo per ora è l’imprenditore Damilano a Torino, mentre a Milano tra gli altri nomi è spuntato anche quello dell’ex ministro Maurizio Lupi.