AGI - Arriva la stretta di Natale: l'Italia sarà zona rossa nei 10 giorni festivi e prefestivi fino all'Epifania, con negozi, bar e ristoranti chiusi e la possibilità di uscire di casa solo per motivi di lavoro e salute. Il decreto approvato in Cdm di tre soli articoli prevede che negli altri quattro giorni delle feste la penisola sarà zona arancione mentre il coprifuoco resta confermato alle 22.
"Il virus non si lascia sconfiggere"
"La situazione rimane difficile, il virus si lascia piegare ma non sconfiggere", ha spiegato il premier, Giuseppe Conte, in conferenza stampa, "dobbiamo intervenire e vi assicuro che è una decisione non facile e sofferta". "Il metodo a zone ha funzionato, abbiamo evitato il lockdown generalizzato", ha osservato il presidente del Consiglio, nei prossimi giorni tutte le regioni potrebbero rientrare nell'area gialla. La situazione però rimane difficile e in tutta Europa. E tra i nostri esperti c'è forte preoccupazione che nel periodo natalizio la curva dei contagi possa subire un'impennata".
"In questo decreto", ha sottolineato il premier, sono previste "misure immediate di ristoro per circa 645 milioni per ristoranti e bar: riceveranno il 100 per 100" dei ristori.
"È possibile ricevere nella propria abitazione fino a due persone non conviventi con eventualmente i propri figli minori di 14 anni. È una misura che abbiamo pensato per consentire quel minimo di socialità che si addice a questo periodo", ha spiegato Conte.
La verifica e il Recovery
Il premier è intervenuto anche nel dibattito politico annunciando che la prossima tappa della verifica sarò una riunione "tutti insieme" con le forze che compongono la maggioranza di Governo. La riunione servirà per definire "le priorità" e si parlerà anche del Recovery Plan. A questo rigiardo ha assicurato che "il Recovery dobbiamo condividerlo con le forze di maggioranza e approvarlo poi nel confronto con le parti sociali e il Parlamento". "Non c'è nessun dogma, nessun paletto, dobbiamo tutti cercare di essere disponibili a questo confronto", ha insistito.
La linea del rigore
Alla fine per le festività è prevalsa la linea del rigore per evitare che i raduni familiari e con amici favoriscano una terza ondata a gennaio e febbraio. Nei giorni da zona rossa saranno chiusi i "centri estetici, bar e ristoranti. Saranno invece aperti supermercati, negozi di alimentari, di prima necessità, farmacie e parafarmacie, parrucchieri e barbieri", ga spiegato Conte. "Un sistema liberaldemocratico non manda la Polizia in casa, a meno che non ci una flagranza di reato", ha sottolineato il premier, "noi non entriamo nelle case degli italiani, è un decreto concepito come limite alla circolazione. Si esce con l'autocertificazione".
Le deroghe
L'unica deroga per pranzi e cene delle feste nei giorni in rosso è la possibilità di ospitare due commensali non conviventi, oltre ai minori di 14 anni, che potranno spostarsi anche con i divieti per raggiungere nelle abitazioni private familiari e parenti più stretti. Ma questo "una sola volta al giorno" e "verso una sola abitazione", ovviamente nella stessa regione. Nel provvedimento c'è anche la deroga per i piccoli comuni: ci si potrà spostare da quelli sotto i 5mila abitanti, ma ad una distanza massima di 30 chilometri e comunque non per andare nei capoluoghi di provincia. Il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio l'Italia sarà invece tutto in zona arancione: ci si potrà spostare liberamente all'interno dei comuni e i negozi saranno aperti. Per i bar e ristoranti se ne riparla invece il 7 gennaio.
Ritorno a scuola il 7 gennaio
Infine la scuola: "La pandemia ci sta insegnando, tra le lezioni, che dobbiamo mantenerci sempre pronti a intervenire", ha sottolineato Conte, "abbiamo programmato al momento un recupero della didattica in presenza al 7 gennaio". "Nel corso del Cdm c'è stata una pausa durante la quale i ministri Azzolina, Boccia, e De Micheli mi hanno informato che i tavoli presso i prefetti stanno funzionando molto bene, con sinergia. Questo ci dà maggiore fiducia per la ripresa in presenza a gennaio", ha concluso.