AGI - “Via la cabina di regia”. La richiesta di Renzi quando tra poche ore varcherà il portone di palazzo Chigi sarà perentoria. Ma a difendere il piano del premier Conte (“Governance mai sopra i passaggi istituzionali") non è solo il ministro dell’Economia Gualtieri (“Un coordinamento serve”) ma anche il Movimento 5 stelle.
Una struttura agile è necessaria, la posizione pentastellata, con la premessa che “tutti i ministri devono essere messi nelle condizioni di poter approfondire i progetti”. Il Pd punta alla ‘parlamentarizzazione’ del processo sui fondi Ue ma è Italia viva a spingere sull’acceleratore.
L’aria è sempre più tesa, i ‘big’ renziani non credono che il presidente del Consiglio sia capace di fare sintesi. Da qui l’ipotesi ancora in campo che dopo la legge di bilancio Renzi si tenga le mani libere, che il partito possa togliere la fiducia al governo. È vero che Iv ripete di non lavorare per la crisi e che definisce “fantapolitica” le voci di accordi con il centrodestra ma sul ‘Recovery plan’ l’ex presidente del Consiglio vuole riscontri concreti, altrimenti - giurano i suoi - farà un passo di lato.
Sul tavolo c’è l’ipotesi di trasformare la cabina di regia in una unità di missione ‘rafforzata’ con il coinvolgimento di tutte le forze politiche della maggioranza e del Parlamento ma le tensioni restano.
Due giorni per non cadere nel vuoto
Quarantotto ore di trattative nel fronte rosso-giallo per scongiurare una crisi che avviterebbe il Paese in una spirale pericolosa. Italia viva non si presenterà domani a palazzo Chigi con un piano alternativo sul ‘Recovery plan’. Ci sta ancora lavorando su, ma le perplessità non sono sul metodo ma anche sul merito. “Il piano è troppo fumoso, va cambiato tutto”, il ‘refrain’. Un punto di caduta riguardo le fibrillazioni interne quindi ancora non c’è.
I vertici dem si sono presentati nella sede del governo snocciolando tutti i nodi fermi o ancora irrisolti: dalla riforma elettorale alla revisione costituzionale, dai dossier economici riguardanti Ilva e Alitalia al Mes. “Il pallino è in mano al premier”, si ribadisce. Ma come il presidente del Consiglio possa ricomporre il quadro politico nella maggioranza e nel governo è ancora presto per capirlo.
Fonti della maggioranza riferiscono che Conte dovrebbe stilare un documento finale al termine degli incontri, rilanciando sul programma, proponendo un patto di fine legislatura. Aprendo ad Iv e al Pd sul ‘Recovery plan’, depotenziando di fatto la struttura, facendo sì che ci sia un organismo di monitoraggio, sostenendo che le decisioni su come spendere i 209 miliardi saranno tutte politiche.
L’ipotesi remota di un rimpasto
Il presidente del Consiglio che alle 19 vedrà anche Leu potrebbe poi incontrare in un secondo ‘round’ solo i leader del fronte rosso-giallo. Al momento il tema del rimpasto è sotto traccia. Nessuno lo chiede apertamente. Il Movimento 5 stelle è fortemente contrario, a palazzo Chigi ha parlato di misure come ecobonus e abbassamento tasse: “Faremo sentire nostro peso in Parlamento, serve sprint decisivo”, ha spiegato Di Maio, ipotizzare cambiamenti nel governo ora “è surreale”.
Il Pd non considera un tabù un rafforzamento dell’esecutivo (copyright Bettini) ma più che altro vuole che il governo esca dall’impasse, “a noi – hanno ripetuto i ‘big’ – interessa un cambio di passo”. Qualora la frattura tra Conte e Renzi non si riesca a sanare è difficile ipotizzare al momento una maggioranza alternativa. Perché è vero che nessuno vuole andare a votare, ma è altrettanto chiaro che i numeri alle Camere non ci sarebbero per andare avanti.
Il presidente del Consiglio ha chiesto trasparenza alle forze politiche della maggioranza, il suo sospetto è che ci sia chi sta giocando a logorare il governo. La prospettiva che si possa trovare un’exit strategy cambiando alcune pedine dell’esecutivo ancora c’è sullo sfondo. I nomi delle ‘caselle’ traballanti sono sempre le stesse, ma Renzi ai suoi continua ad escludere che il problema sia quello.
“Pieno sostegno a Conte”
Pieno sostegno a Conte, questo governo deve andare avanti. È la posizione su cui convergono M5s e Pd che hanno assicurato al presidente del Consiglio di voler sostenere l’azione dell’esecutivo. “Sono stati messi sul tappeto tutti i temi e i nodi per il rilancio dell'azione di Governo. I temi – ha sostenuto Zingaretti al termine dell’incontro a palazzo Chigi - sono quelli dell'agenda sociale, del lavoro, del rilancio delle imprese, la grande questione della sanita' in uno spirito costruttivo. Crediamo che l'azione di Governo debba andare avanti in sintonia con i problemi degli italiani".
Nel primo giro di ‘consultazioni’ il presidente del Consiglio – riferiscono fonti della maggioranza – ha ribadito di voler coinvolgere il Parlamento sul ‘Recovery plan’ ma per ora non avrebbe avanzato controproposte. Incontri interlocutori durante i quali non si è parlato di rimpasto, in attesa di capire ora le intenzioni di Renzi che si presenterà a palazzo Chigi chiedendo di eliminare la ‘cabina di regia’. Sul piano dei fondi Ue.
Nella maggioranza c’è ancora chi non esclude una ridefinizione della squadra, con la possibile offerta di un ministero di peso a Iv, ma l’ex premier anche oggi ha fatto sapere di non essere interessato alle poltrone. “Se Renzi vuole rompere dovrà assumersene la responsabilità”, dice un ‘big’ M5s e “sfiduciare il premier apertamente in Aula”.