AGI - A due giorni dal voto in Parlamento sulle comunicazioni del premier Giuseppe Conte in vista del Consiglio Ue, non vi è ancora traccia all'orizzonte di un accordo nella maggioranza sulla riforma del Mes.
E mentre prosegue il confronto serrato all'interno dei pentastellati per cercare una mediazione tra le posizioni dei 'dissidenti' e l'ala governista, su un documento unitario da depositare alle Camere, Italia viva mette in guardia: non voteremo testi al buio. Anche il Pd torna a farsi sentire: è in gioco la credibilità dell'Italia, scandisce il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio.
Insomma, in una giornata in cui i giallorossi faticano a trovare una posizione comune sulla governance che dovrà 'gestire' le risorse del Recovery plan, tanto da rendere necessaria una nuova riunione del Consiglio dei ministri nel giorno dell'Immacolata a causa dei veti dei renziani, anche sul Mes il cammino della maggioranza resta puntellato di ostacoli.
Luigi Di Maio spiega: “Credo che nessuno speri nell’incidente parlamentare e penso, mi auguro, che non si verificherà”. Detto questo, per il ministro degli Esteri "il 9 Conte verrà in aula e la maggioranza dovrà votare compatta e in modo responsabile”, dunque “bisogna evitare di incendiare il dibattito politico”, osserva riferendosi anche alle accuse degli alleati.
Che i nervi siano tesi tra i giallorossi e le altre forze di maggioranza (renziani in particolare) si evince anche dalle parole del viceministro Stefano Buffagni, che osserva: Renzi “forse vede Conte come un ostacolo ai suoi progetti politici”. Quanto ad alcuni 5 Stelle intenzionati a far cadere Conte, il pentastellato garantisce: “Penso che nessuno abbia questo obiettivo. Ma non si può mettere la polvere sotto il tappeto".
E Luigi Gallo, portavoce di 'Parole Guerriere' agli Stati Generali, afferma: “Mentre il Paese è in una profonda emergenza sanitaria ed economica mi vergogno di chi è impegnato in giochetti di palazzo”. Una presa di posizione, spiega l'esponente M5s, rivolta "a chi giocando sull'appuntamento del Mes fuori e dentro la maggioranza cerca di acquisire vantaggi politici personali, a scapito del Paese e della nostra credibilità internazionale".
Di credibilità del Paese parla anche il Pd: "Il Mes è cambiato in meglio anche grazie al contributo dell’Italia. Non sprechiamo questa occasione: l’Europa è casa nostra. È in gioco la credibilità e la serietà del nostro paese", avverte Delrio.
Intanto, si susseguono le riunioni per tentare di trovare la quadra sulla risoluzione, ma una prima bozza non soddisfa i renziani, che avvertono: “I problemi sul Mes sono tutti dei 5 stelle, noi diremo sicuramente sì alla risoluzione finale, quella che arriva mercoledì: non abbiamo firmato documenti al buio così come non votiamo proposte al buio su Recovery e cabina di regia”, spiegano fonti di Iv.
Gettano acqua sul fuoco i capigruppo M5s di Camera e Senato: “Nessun muro contro muro. È in corso un confronto, a tratti serrato ma sempre costruttivo, dove a prevalere è la volontà di dialogo. Si sta lavorando per fare una sintesi di tutti i contributi", spiegano Davide Crippa ed Ettore Licheri.
Anche Silvio Berlusconi torna a parlare di Mes per chiarire che la posizione di Forza Italia sul no alla riforma non è stata imposta da nessuno, "non ci facciamo dettare le nostre scelte né dagli alleati, né dagli avversari, solo dalla nostra coscienza e dalla nostra coerenza", rivendica il leader azzurro, che chiarisce anche che il suo partito non farà da stampella a Conte: “Siamo e restiamo un’opposizione responsabile, che non può e non vuole risolvere i problemi e le contraddizioni della maggioranza".