AGI - “Il dirigente pubblico deve diventare sempre più un manager, rivendicare il suo ruolo”. È l’invito che la ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Danone lancia tramite un’intervista a Il Fatto Quotidiano, nella quale sottolinea che “il lavoro agile spinge poi a un maggior controllo”.
Quanto alla verifica di produttività, la ministra osserva che “finora è stata misurata con risultati sul lungo termine. Il Piano organizzativo del lavoro agile (Pola) prevede invece anche indicatori di valutazione della performance individuale, inclusa la valutazione dell’utenza” mentre, aggiunge, “vorremmo dare ai dirigenti uno strumento snello, facilmente compilabile, per report e monitoraggi frequenti”.
Dadone constata anche che il momento è propizio, perché “dopo anni in cui si è parlato di difficoltà culturali e strumentali, questi mesi dimostrano che ci sono sia gli strumenti sia lavoratori disponibili a formarsi e a superare la paura di un modo diverso di lavorare”.
Quindi la ministra osserva che “la maggior parte dei comuni italiani ha meno di 5mila abitanti, pochi dipendenti e strumenti limitati” e pertanto “andranno fatti investimenti anche grazie al Recovery Fund, a partire dalla Rete” perché “la spinta sul lavoro agile servirà soprattutto all’efficienza degli enti più grandi”.
Ma la situazione odierna qual è? “Oggi – risponde la ministra della Pa – siamo ad almeno il 50 per cento di quel personale con mansioni possibili da remoto. L’idea è di arrivare almeno al 60 e cambiare l’idea di lavoro” e “se un dipendente lavora meglio di sera – assicura Dadone – potrà farlo su pratiche che possano essere evase di notte: contano i risultati su obiettivi individuali, che tengano conto della persona e del suo valore aggiunto”, conclude la ministra.