AGI - Un botta e risposta sul Mes, proprio mentre il governo sta incassando il voto favorevole di Forza Italia e delle opposizioni allo scostamento di bilancio. Alla base della presa di posizione del M5s, tuttavia, non c'è il timore di una trappola ordita dal partito interno del Sì al Mes più Silvio Berlusconi, quanto il bisogno di "piantare una bandiera per dire: di qua non si passa", come spiega un esponente Cinque Stelle di primo piano.
Andando con ordine. Alle 11,30, in pieno dibattito alla Camera, il Blog delle Stelle pubblica poche righe che sembrano chiudere qualsiasi porta al Mes. "Finché c'è il Movimento 5 Stelle in maggioranza il Mes non sarà usato. Sentiremo l’informativa di Gualtieri sulla riforma dello strumento in sede europea e faremo i nostri rilievi. Non consentiremo ipoteche sui nostri figli e non accetteremo operazioni di palazzo", si legge nella nota.
Un fulmine a ciel sereno per Pd e Italia Viva che, solo martedì, avevano ottenuto il via libera alla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità da parte dei grillini. Certo, quella riforma non rappresenterà un via libera automatico all'utilizzo di questa linea di aiuti, ma è comunque un passo avanti per chi è convinto che il Mes serva all'Italia e che non porti condizioni capestro.
E' per questa ragione che i Cinque Stelle sbarrano la strada al Mes con il comunicato pubblicato sul blog. "la nostra presa di posizione nasce solo ed esclusivamente dalla nostra consolidata contrarietà al Mes", spiega una fonte M5s all'AGI. "Una posizione - viene aggiunto - che negli ultimi tempi ha fatto proseliti, da Cottarelli a Sassoli passando per Enrico Letta. Se c'è ancora qualcuno che dice Sì deve esserci un Movimento 5 Stelle che dice No".
Ma il no dei pentastellati non si ferma all'utilizzo del Mes. "Non ci deve essere alcun equivoco fra l'utilizzo del Mes e la sua riforma. Dal punto di vista M5s, la riforma è quasi inutile: se questo strumento è obsoleto, come hanno sottolineato anche alcuni osservatori del pd o di quell'ara politica, la sua riforma è quantomeno obsoleta". Di più: pericolosa. Così la definiscono i componenti stellati in commissione Finanze alla Camera per i quali la riforma "è pericolosa indipendentemente dall'attivazione del credito".
E dal Senato fanno sapere che l'audizione del ministro Roberto Gualtieri sulla riforma del Mes, che dovrebbe tenersi prima del fine settimana, non è stata ancora ufficializzata: "Se non si tiene oggi, si terrà domani o, al più tardi lunedì, prima dell'Ecofin che dovrà trovare l'accordo politico in sede europea sulla riforma", confermano.
Lo stato maggiore del Partito Democratico, intanto, si tiene lontano dalla polemica. A rispondere ai Cinque Stelle è il senatore Dario Stefano: "Non va mai bene affermare: finché ci siamo noi in maggioranza il Mes non verrà usato. È un approccio insostenibile, tanto piu in un momento delicato come quello che viviamo. Il M5S non ha ancora del tutto imparato cosa voglia dire stare in un governo di coalizione, dove vale il pensiero comune e non le bandiere ideologiche dei singoli". Per il resto, il gruppo dirigente si impone il silenzio e si gode quella che considera una vittoria di Nicola Zingaretti.
E' il segretario ad aver cercato il dialogo con Berlusconi e il resto dell'opposizione già con la lettera pubblicata un mese fa. "Dialogo che è stato avviato e che ha dato i suoi frutti", osservano ora i dirigenti dem. "Questo risultato ha diversi padri", dice il senatore Luigi Zanda: "Certamente Berlusconi, Meloni e Salvini. Ma anche Nicola Zingaretti che ha saputo tenere sempre aperto il filo del dialogo con tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione", aggiunge.
Insomma, la presa di posizione del M5s no sembra preoccupare i massimi livelli dei dem: "Si sa che hanno problemi interni in questo momento", spiega una fonte parlamentare del Pd, "Di Maio si è detto favorevole al dialogo con le opposizioni, ma non tutti sono d'accordo". Di fronte al risultato di oggi sullo scostamento di bilancio, è il ragionamento, "i Cinque Stelle cercano di riportare il dibattito sul Mes, sapendo che è il vero punto debole del governo in questo momento".