AGI - Il centrodestra cerca di ritrovare compattezza in un vertice convocato, dopo le tensioni dei giorni scorsi, alla vigilia del voto delle Camere sulla richiesta di scostamento di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri.
Al termine dell'incontro, cui Silvio Berlusconi ha partecipato in collegamento da remoto, Matteo Salvini è fiero di annunciare la posizione unitaria, uscendo dal Palazzo dei gruppi di Montecitorio. Con il Cavaliere, Antonio Tajani e Giorgia Meloni hanno convenuto di presentare una risoluzione comune oggi alle Camere, all'interno della quale saranno riassunte le condizioni 'sine qua non' che la coalizione pone al governo in cambio del voto favorevole allo scostamento.
E' sostanzialmente quanto chiesto ieri dalla presidente di Fratelli d'Italia, ovvero un documento scritto da sottoporre al governo, dando un'ultima chance all'esecutivo e buttando così la palla al di là del campo. I 'tecnici' dei tre partiti si mettono subito al lavoro per redigere il documento: Renato Brunetta per Forza Italia, Alberto Bagnai e Claudio Borghi per la Lega, Giovan Battista Fazzolari e Paolo Trancassini per FdI.
La tattica della risoluzione
Salvini, Meloni e Berlusconi chiedono che il governo esprima parere favorevole alla loro risoluzione. In tal caso, ricambieranno con voto favorevole alla richiesta di ulteriore deficit. Ma la strada che potrebbe portare a una risposta positiva dell'esecutivo di Giuseppe Conte sarebbe al momento ancora stretta.
Se, invece, non dovesse arrivare l'ok del governo, più che un voto contrario del centrodestra potrebbe arrivare una astensione (come fatto da FdI in commissione Bilancio alla Camera, mentre la Lega ha votato contro, FI non ha votato in attesa di una posizione comune).
"Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico. Dal governo non ci hanno ascoltato su scuola e cassa integrazione. Non pretendo di avere ragione su tutto. Il centrodestra unito sta preparando un documento: se ci ascoltano, avremo un atteggiamento positivo, non parto con dei pregiudizi", dice Salvini. "Ma se mi metti due dita negli occhi, mi permetto di votare contro. Se accogli le proposte, ti voto a favore ma non perchè voglio entrare in governo con Conte, Renzi e Di Maio".
La federazione non decolla
Dossier candidature alle prossime amministrative rinviato alla prossima settimana, i leader dei tre partiti escono tutti abbastanza soddisfatti dalla riunione. Berlusconi - riferiscono - è soddisfatto perchè è passata una linea che denota un approccio responsabile e pragmatico e non prevenuto e dogmatico. Meloni rivendica la primogenitura della proposta. Salvini l'unità del centrodestra.
Ma le divergenze restano, con una parte di FI molto più propensa al dialogo con la maggioranza, che però il Cavaliere sembra aver placato. Se qualcuno immaginava di aprire una trattativa con il governo è stato smentito dai fatti, precisano dal suo entourage. In attesa di discutere sui candidati sindaci di, tra le altre, Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli, la coalizione è anche divisa sul suo futuro, con Berlusconi e Meloni per nulla entusiasti del progetti di dar vita a una federazione di centrodestra lanciato da Salvini.
"Federazione significa andare in Parlamento avendo più forza, saremo più convincenti, ci sono 3 o 4 opposizioni in Parlamento", rilancia il segretario leghista, che si dice favorevole alla costituzione di un unico gruppo parlamentare di centrodestra. "Perchè no - risponde -, se ognuno rinuncia a un pezzettino del suo. Ognuno, anche noi, dovrà rinunciare a qualcosina di suo".