AGI - Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella notte il decreto legge ristori bis per il sostegno alle attività economiche più colpite dalle misure anti-diffusione del Covid-19. Sono previste agevolazioni per il pagamento delle imposte e degli affitti e l'ampliamento delle categorie che beneficiano dei finanziamenti a fondo perduto. II provvedimento vale 2,5 miliardi.
l complicato meccanismo di rimborsi che il governo sta costruendo segue due binari. Da un lato, estendere i ristori ai settori che saranno colpiti dalle nuove misure restrittive a livello nazionale, come ad esempio i centri commerciali che dovranno chiudere nel weekend o i musei, ma anche a tutti quei comparti che sono rimasti tagliati fuori dagli aiuti come i bus turistici, gli ambulanti, il settore del wedding o le pizzerie e le rosticcerie, penalizzate dal coprifuoco che scatterà alle 22.
Dall'altro, integrare gli indennizzi per le attività che hanno già ricevuto i ristori e che saranno ulteriormente colpite dalle restrizioni come bar e ristoranti, già costretti a chiudere alle 18, e che dovranno fermare del tutto l'attività nelle zone rosse. L'impianto è quello già previsto: contributi a fondo perduto, parametrati a quelli di primavera, con bonifico automatico per chi li ha già ricevuti e, dietro presentazione di domanda, quindi con tempi piu' lunghi, per i nuovi beneficiari; la cancellazione della seconda rata Imu, gli sgravi sugli affitti per tre mesi e la sospensione dei versamenti contributivi.
Con il primo decreto Ristori, approvato dal Consiglio dei ministri il 27 ottobre, il deficit è salito al 10,7%, dal 10,5% indicato nel Documento programmatico di bilancio, rimanendo sotto il tetto fissato del 10,8% fissato dalla Nadef.
Il margine da qui alla fine dell'anno è quindi dello 0,1%, circa 1,7 miliardi che saranno utilizzati, insieme ad altri risparmi di cassa, per creare un fondo da circa 2 miliardi da cui attingere, di volta in volta, per gli indennizzi, anche in base all'evoluzione della pandemia che potrebbe portare a nuove chiusure. C'è poi il fondo da 4 miliardi stanziato con la Legge di bilancio, varata salvo intese ma non ancora approdata alle Camere.
Il governo, come ha annunciato il premier Giuseppe Conte, è comunque pronto a tornare in Parlamento per richiedere un nuovo scostamento di bilancio. Di fatto con l'ultimo scostamento approvato a luglio il Parlamento ha già autorizzato uno sforamento del deficit fino all'11,9%. Uno spazio che potrebbe quindi essere utilizzato modificando i saldi della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza con una procedura parlamentare piu' semplice dello scostamento.