AGI - Basta egoismi, basta partigianerie, bisogna lavorare tutti insieme, ognuno nel suo ruolo, per sconfiggere il Covid e non bloccare il Paese. Sergio Mattarella lancia un monito, con toni sempre più severi, a istituzioni e partiti perché smettano di bisticciare su questa o quella misura, si rimbocchino le maniche e cerchino di aiutare il paese a superare l'epidemia.
Nel giorno di Ognissanti, mentre le famiglie ricordano i propri defunti e il virus continua a mietere vittime, il Presidente della Repubblica compie una visita simbolica, a sorpresa, nel bresciano colpito in primavera dalla pandemia. Avvisando solo il sindaco e il prefetto, per non creare scompiglio o assembramenti, Mattarella vola a Castegnato per deporre una corona in memoria di tutti i morti per covid al cimitero del paese. La scelta cade su un luogo doppiamente simbolico: qui la comunità ha voluto ricordare i suoi morti, qui una mano negazionista ha rubato la stele del piccolo monumento. Ai primi di settembre proprio nel cimitero locale è stata trafugata la croce di bronzo dedicata alle vittime del coronavirus e a quanti "nell’ultima ora, non abbiamo potuto confortare". E proprio a chi ha subito il duplice strazio di una morte senza il conforto di un volto amato va il pensiero del Presidente: "In questi giorni dedicati al loro ricordo sono venuto qui per rivolgere il pensiero a tutti i defunti e, tra di loro, alle vittime del coronavirus, ai tanti morti in solitudine".
Tutto il dolore passato non va mai dimenticato, non va negato, chiede dunque il Presidente, e questo ricordo indelebile dovrebbe imporre un comportamento più responsabile a chi ricopre responsabilità pubbliche. "Ricordare i nostri morti è un dovere che va affiancato dal dovere della responsabilità di proseguire nell'impegno per contrastare e sconfiggere questa malattia così grave".
Un appello durissimo. Mentre ancora c'è chi favoleggia di nuove alchimie politiche, governissimi e larghe intese, Mattarella nota con fermezza che mancano le più elementari regole dell'interesse comune; come dimostrano la difficoltà di dialogo tra governo e regioni e l'ennesimo stop al confronto tra maggioranza e opposizione di queste ultime ore. Una triangolazione virtuosa tra governo nazionale, amministrazioni locali e il Parlamento, dove siedono sia la maggioranza che l'opposizione, che stenta ancora a mouvere i suoi passi.
Proprio il bene comune, invece, dovrebbe essere la stella polare: chi ha ruoli, di governo o istituzionali, di maggioranza o di opposizione, chi è al governo del paese, delle regioni, dei comuni, chi rappresenta i cittadini in Parlamento, da una parte politica o da quella opposta, dovrebbe deporre le armi del conflitto permanente, non sprecare energie in polemiche sterili e rimboccarsi le maniche per sconfiggere l'unico nemico vero, il virus. Per questo il presidente invita a mettere "da parte partigianerie, protagonismi, egoismi, per unire gli sforzi, di tutti e di ciascuno – quale che sia il suo ruolo e quali siano le sue convinzioni – nell’obiettivo comune di difendere la salute delle persone e di assicurare la ripresa del nostro Paese".
È duplice infatti l'obiettivo di questi mesi: garantire la salute e salvare l'economia. Un tema ben chiaro al presidente, simboleggiato dallo scambio di battute con una signora che lo ha fermato al termine della breve cerimonia. "Mi raccomando resistere, resistere, resistere" ha sollecitato la signora. "E lavorare, lavorare, lavorare", le ha risposto Mattarella.