AGI - Il dolore della Calabria, per la morte della presidente della Regione, Jole Santelli, è nelle parole e nelle lacrime di un'anziana donna, sul sagrato della chiesa di San Nicola, alle spalle del Municipio, nel centro di Cosenza, che a fatica mormora alcune parole davanti al taccuino del cronista: "Morire così, a 51 anni. Non è giusto". Alle 10,35 di venerdì 16 ottobre, da via Piave, a Cosenza, comincia l'ultimo viaggio della prima donna alla guida della Regione Calabria.
La salma raggiunge la chiesa sulle spalle di assessori e consiglieri regionali in lacrime, e tra gli applausi dei presenti. Novanta posti a sedere in chiesa, restrizione dovuta alle regole anticontagio, e comunque troppo pochi per contenere tutte le persone, non solo di Cosenza, che vogliono rendere omaggio alla governatrice, al timone dell'ente per soli otto mesi. In chiesa il dolore composto di Paola e Roberta Santelli, sorelle di Jole, gli adorati nipoti, i parenti. Il Governo e il Parlamento partecipano con il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, il vice presidente della Camera dei deputati, Ettore Rosato, il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Numerose le presenze di esponenti del mondo politico, soprattutto di Forza Italia, partito della Santelli, e del centrodestra: da Tajani a Bernini, a Gasparri, a Polverini. E poi Enza Bruno Bossio, del Pd, anche lei cosentina.
Nel venerdì di lutto cittadino nei capoluoghi della Calabria, e nonostante l'allarme coronavirus, sono davvero in tanti a voler salutare il presidente della Regione che ha affrontato a testa alta, per anni, la lotta contro il tumore, accettando di rimettersi pienamente in gioco con la candidatura a governatore, "perchè - dicono i suoi amici piu' stretti - il suo impegno politico spesso e volentieri veniva prima delle sue condizioni di salute. Da quando aveva vinto le elezioni, poi, non pensava ad altro che allo sviluppo della Calabria, una terra che ha amato e che ha portato sempre nel cuore, forse come pochi politici fanno veramente.
"Ci lascia una donna intelligente, preparata e determinata, che ha amato la propria comunità e la sua terra, la Calabria", ha detto l'arcivescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Francesco Nolè, affiancato dall'arcivescovo emerito, monsignor Salvatore Nunnari, e dall'eparca di Lungro, monsignor Donato Oliverio, nell'omelia. "Jole - ha aggiunto l'arcivescovo - ci lascia anche tanta dignità, delicatezza, riservatezza, qualità necessarie nell'epoca dominata dai social. Testimone del dialogo e della pace, ha abbracciato e sostenuto sempre le persone in difficoltà. Ci rimane anche la sua grande voglia di lottare, come ha dimostrato negli anni in cui ha tenuto testa alla malattia".
A conclusione del rito funebre, monsignor Nolè ha ringraziato il premier e le altre autorità: "La vostra presenza, per il saluto doveroso a Jole Santelli - ha detto - per noi rappresenta anche un segnale di speranza, di incoraggiamento. Questa è una terra difficile, ma anche ricca di tante potenzialità. Spetta a noi, anche con il vostro aiuto, valorizzarle, voltando seriamente pagina. Basta con le raccomandazioni, sì al merito. Basta con la malavita, sì alla cultura e alla bellezza"
Prima di lasciare Cosenza il premier Conte si è fermato davanti alla bara per un ultimo saluto, e poi sui sociali ha commentato: ""Una donna schietta, autentica, innamorata della sua terra, la Calabria. Appena venne eletta presidente della Regione mi dichiarò subito la volontà di voler collaborare con il Governo, con massima lealtà, nell’interesse dei suoi conterranei. E così ha fatto.Con impegno, grande sensibilità e forza d’animo. Oggi, a Cosenza - ha concluso il presidente del Consiglio - un commosso, ultimo saluto a Jole Santelli". La presidente Casellati, invece, che aveva sentito Jole Santelli di recente, ha sottolineato: "Un grande dolore per una grande donna. Al telefono, quando le ho chiesto se aveva paura del Covid - ha aggiunto commossa - lei mi ha detto di no, perchè era abituata a combattere tutti i giorni con la sua malattia".
Dopo il rito funebre, terminato con un lungo applauso in chiesa e fuori, il feretro ha raggiunto la sede della Cittadella regionale, a Germaneto di Catanzaro. Sabato 17 ottobre la camera ardente, in piazzale San Francesco, fino alle 15. Poi la benedizione della salma da parte dell'arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, presidente dei vescovi calabresi, quindi la cremazione (per volontà della Santelli) e l'urna che riposerà nella cappella di famiglia a Malvito, nel Cosentino.
Idee politiche e di coalizione a parte, di Jole Santelli rimane il sorriso, la voglia di lottare, la grande determinazione, l'amore per la sua terra. Tutte qualità che i calabresi, e non solo, difficilmente dimenticheranno.