AGI - Carlo Calenda potrebbe annunciare la sua candidatura a sindaco di Roma già nella giornata di domenica. E questo a prescindere da quello che diranno i sondaggi commissionati sulla sua persona e che arriveranno giovedì sulla scrivania dell'ex ministro. Così, almeno, viene ripetuto da chi, in queste ore, si sta occupando del nodo candidatura nel centrosinistra. L'ex ministro sembra ormai determinato a scendere in campo anche se chi lo conosce mette in guardia: "Ha cambiato idea tante volte".
Candidatura civica
Salvo sorprese, dunque, domenica il leader di Azione romperà gli indugi. Il profilo a cui starebbe lavorando è quello di una candidatura civica che tenti di tenere insieme il mondo imprenditoriale con i problemi delle periferie.La mossa di Calenda potrebbe dare una accelerazione al cantiere del centrosinistra capitolino sul candidato da schierare contro le destre.
Pd e M5s più lontani
Il dialogo tra Partito democratico e Movimento 5 stelle ha subito una frenata in queste ore. I tentativi di moral suasion su Virginia Raggi perché rivedesse la sua scelta di ricandidarsi non sembrano aver sortito effetti, al momento, e i 5 Stelle sembrano aver deciso di concentrarsi totalmente sulla riorganizzazione del partito. Dopo l'appuntamento con gli stati generali se ne riparlerà, assicurano fonti parlamentari M5s.
Di Battista con Raggi
Alessandro Di Battista, che si oppone ad un'alleanza strutturale con il Pd, ieri sera in video conferenza con gli attivisti romani e la sindaca ha ribadito come il nome della Raggi non sia "negoziabile", perché con Virginia "si può rivincere". Mentre alcuni militanti di base iniziano a chiedere delle 'comunarie' per la scelta del candidato pentastellato in Campidoglio. Intanto, però, le forze politiche che hanno fatto per cinque anni opposizione alla sindaca Virginia Raggi si preparano al vertice di domani.
Il tavolo del centrosinistra
La riunione si dovrebbe tenere alle 18.30, ma è ancora in dubbio se sarà fatta in presenza o da remoto, con i rappresentanti politici collegati in videoconferenza. Di sicuro i 5 stelle sono fuori dal perimetro delle trattative, anche per quello che riguarda il Partito Democratico romano. Dopo cinque anni di opposizione dura alla sindaca e alla giunta M5s, i dem non hanno alcuna intenzione, non solo di allearsi, ma nemmeno di cercare il dialogo con i grillini.
I dubbi del Pd
"Ricordiamo bene che ci hanno portato in giro per quattro mesi sulle alleanze nelle Marche e in Puglia. Non commettiamo lo stesso errore", spiega un dirigente romano del Pd. D'altra parte, è il ragionamento che viene fatto, i 5 stelle a Roma sono Virginia Raggi, non solo per il seguito elettorale che la sindaca ancora può vantare - e che fonti interne al M5s valuta attorno al 10-12 per cento - ma soprattutto perchè nella percezione dei cittadini la sindaca è ancora il volto del Movimento.
I sospetti renziani
I dem si preparano all'incontro di domani sera con il "massimo di apertura a tutti", a partire da Carlo Calenda, leader di Azione ma sponsorizzato in maniera molto forte da Italia Viva. Gli esponenti renziani, tuttavia, guardano con sospetto ai tentativi di avvicinamento tra Pd e M5s convinti che i vertici 5 stelle stiano lavorando per costruire l'asse. "Non è un retroscena, ci sono le parole della Di Biase e di Astorre (entrambi esponenti di Areadem, la corrente che fa capo a Dario Franceschini) a dimostrarlo: chiedono un passo indietro di Raggi per favorire l'alleanza a Roma", spiegano fonti parlamentari renziane: "Per noi, però, è impensabile. Una alleanza con i 5 stelle, anche senza Raggi, sarebbe un favore alle destre".