AGI - “Questo dirigismo è il segno manifesto di una sfiducia nelle Regioni. Spero sia un errore e che ci ripensino perché sarebbe grave se ci trovassimo ancora a questo punto”. Ad affermarlo in un’intervista al Corriere della Sera è il governatore del Veneto Luca Zaia, il quale ricorda che “in tema di sanità le Regioni hanno una competenza quasi esclusiva”.
Poi all’obiezione che il governo mette i paletti ma poi lascia alle Regioni anche la possibilità di essere più severe, replica: “Per rispondere uso uno slogan che può parere tautologico: meno Stato dove ci vuole meno Stato”. Per poi chiedersi: “Qualcuno crede forse che il Veneto sia meno efficiente dello Stato?” E all’interrogativo si risponde così: “C’è una questione fondamentale di fiducia. Ma ce n’è una anche molto pratica. A Roma forse pensano che se noi prendiamo un provvedimento meno rigido di quello previsto da loro ci comportiamo come irresponsabili? Ho passato più di 140 giorni consecutivi nella “war room”, pronto a intervenire minuto per minuto. Non ho voglia di fare casino né penso di commettere un reato di lesa maestà se dico la mia. Ma così non va bene”.
Zaia poi ribatre su un testo a lui consono: “Per noi autonomia significa assunzione di responsabilità. A Roma continuano a viverla come una sottrazione di potere”. E la differenza, a suo avviso, “è che a Roma ragionano sulla base di tabelle e di carte, noi abbiamo i malati fuori dalla porta. Ho grande rispetto per chi deve governare il Paese, ma vorrei che fosse garantito anche a noi”. E conclude: “Mi pare che non si voglia capire che siamo tutti sulla stessa barca. Ormai il Covid non riguarda solo le Regioni del Nord — dichiara Zaia — ma tocca tutto il Paese. Giochiamo a guardie e ladri?”, si chiede.