AGI - “C'è un modello vincente che sta pagando e va sfruttato al massimo, permettiamo a tutti i territori di utilizzarlo e facciamo un accordo per le comunali del 2021”. Con un’intervista a La Stampa il ministro degli Esteri Luigi Di Maio festeggia il successo dei ballottaggi e l’alleanza elettorale con il Pd, là dove c’è stata, e risponde implicitamente ad Alessandro Di Battista che l’aveva paragonata alla “morte nera”: “Mi basta che in tutti Comuni dove ci siamo presentati in coalizione abbiamo vinto. Da Pomigliano a Matera, passando per Giugliano e Caivano. Io sono andato a sostenere i nostri candidati perché sono persone in carne ed ossa, pulite, con la schiena dritta, con dei valori, a dimostrazione del fatto che il M5S non rinuncia affatto ai suoi”.
E a Di Batista replica: “Questo processo è stato sostenuto da un voto dei nostri iscritti con una delle votazioni più partecipate di sempre. E se la base traccia una strada il M5S deve seguirla”.
Ma alla polemica con il diretto competitor dentro il Movimento non cede: “La maggior parte dei sindaci eletti in queste amministrative sono espressione del movimento o civici. Le scelte territoriali si basano sulla fiducia verso i nostri portavoce sul territorio. Bisogna saper ascoltare, nessuno può avere la presunzione di essere il custode della verità assoluta. Io, anche stavolta, ci ho messo la faccia. Come era già successo col referendum quando il No era in rimonta. Per ricevere bisogna dare”.
Per poi aggiungere: “Vado sul concreto: qui stiamo governando un Paese. L'Italia è la settima potenza mondiale, non il parco giochi sotto casa. Serve responsabilità, soprattutto in questa fase. Questo non vuol dire che tutto è perfetto. Forse sarebbe stato più facile starsene con le mani in mano, a puntare il dito dall'opposizione, non c'è dubbio. Ma gli italiani ci hanno dato un mandato preciso, ci hanno chiesto di esserci e l'esito referendario lo ha confermato”.
E sul futuro dei 5 Stelle Di Maio afferma: “Nessuno di noi vuole che il M5S diventi un partito. Siamo il M5S, la nostra identità è chiara. Qui non si tratta di svegliare le coscienze, ma di trovare una sintesi intorno ai temi e ai valori. E poi di finalizzarla su una leadership forte”. E su Casaleggio e l’idea di trascinare i 5Stelle in tribunale per Rousseau:. “Non ci sarà nessuna scissione. Non esageriamo, bisogna ritrovare unità”.