AGI - Il Partito democratico “si assume la responsabilità di avviare un nuovo fronte riformatore” e dopo la vittoria del Sì al referendum confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari, apre il capitolo del superamento del bicameralismo paritario e per introdurre lo strumento della sfiducia costruttiva. “Vogliamo rendere più efficace ed efficiente la macchina dello Stato”, dice Nicola Zingaretti presentando con i vertici del partito il testo della proposta di legge di riforma costituzionale.
Con le altre forze di maggioranza inizierà presto un confronto, Forza Italia ha già espresso la sua disponibilità e da Salvini e Meloni non è arrivata una “chiusura pregiudiziale”, sottolinea il segretario dem, che assicura che anche i cittadini saranno coinvolti così come i costituzionalisti e il mondo della cultura.
"Il nostro obiettivo è quello di rispondere in maniera positiva alle aspettative degli italiani e alla loro voglia di ritrovare speranza e fiducia nel futuro", afferma, perché "non possiamo lasciare sola questa necessità di riscatto, nè girarci dall'altra parte rispetto al timore dei cittadini verso il futuro. Vogliamo essere tra coloro che di più insistono per dimostrare che è possibile costruire un Paese nuovo”.
Il momento presente è quello migliore, puntualizza, anche perché nella maggioranza, che prima del dramma del Covid “si muoveva solo nel ristretto perimetro dell'accordo di governo”, "c'è una evoluzione positiva” e anche sul tema delle riforme da parte degli alleati "non ci sono muri, contrapposizioni, dinieghi o la volontà di porre limiti alla possibilità di fare passi in avanti".
Zingaretti insiste anche sulla legge elettorale e stoppa le discussioni sullo sbarramento del 5%, risultato di un confronto politico molto duro e serrato durato mesi e “giusto compromesso tra una legge proporzionale che contiene forti correttivi di carattere maggioritario, che permetterà di dare stabilità al Parlamento e maggioranze certe". Uno sbarramento, ribadisce, “è una delle condizioni per poter andare avanti”.
La proposta del partito prevede il superamento del bicameralismo perfetto affidando al Senato poteri esclusivi e ampliando i poteri del Parlamento riunito in seduta comune. Oltre all’introduzione della sfiducia costruttiva, si vuole poi attribuire al Presidente della Repubblica il potere di revoca dei ministri, su proposta del presidente del Consiglio, spiegano Dario Parrini, Andrea Orlando, Stefano Ceccanti e Graziano Delrio. Dario Franceschini ricorda infine che le riforme “serviranno a chiunque vincerà le prossime elezioni. Sarebbe ora di mettere in condizioni il vincitore di poter governare con un sistema funzionale”.