AGI - A quattro anni dal fallimento della riforma del governo Renzi, si torna a parlare della modifica del bicameralismo perfetto. A rilanciare il tema è stato lo stesso Matteo Renzi, che al termine del lockdown ha riproposto un sistema elettorale sulla falsariga di quello dei sindaci delle grandi città aggiungendo che, "se si fa il proporzionale, allora si elimina anche il bicameralismo e si mette la sfiducia costruttiva. E' il sistema tedesco".
Anche il Pd ha pronta una sua proposta che dovrebbe essere presentata nei prossimi giorni. Nel merito, l'idea del Pd prevede la sfiducia costruttiva e la possibilità di revoca dei ministri da parte del presidente del Consiglio. Fratelli d'Italia rilancia invece la sua battaglia storica sul presidenzialismo, mentre i 5 stelle guardano alla riforma dei Regolamenti per inserire norme che impediscano i cambi di casacca e si preparano alla battaglia sul taglio degli stipendi dei parlamentari.
La proposta del Pd
Il Partito Democratico presenterà nei prossimi giorni in Parlamento, alla Camera e al Senato, una proposta di riforma costituzionale con l'obiettivo di ottimizzare e razionalizzare la forma di governo parlamentare, anche attraverso il superamento del bicameralismo paritario con le sue anomalie e storture.
La proposta del Pd prevede l'introduzione, in analogia con il modello tedesco, dell'istituto della sfiducia costruttiva, nonché attribuzione al presidente del Consiglio del potere di proporre al Presidente della Repubblica non solo la nomina bensì anche la revoca dei ministri. Gli altri punti sono:
- La valorizzazione del Parlamento in seduta comune, al quale sarebbero affidate competenze quali il voto di fiducia del Presidente del Consiglio entro dieci giorni dalla sua nomina da parte del Presidente della Repubblica.
- La votazione di mozioni di sfiducia costruttiva.
- L'approvazione della legge di bilancio e del rendiconto consuntivo.
- L'autorizzazione all'indebitamento.
- La formulazione di indirizzi al Governo nell'imminenza di riunioni del Consiglio europeo.
- L'approvazione delle leggi di revisione costituzionale e delle altre leggi costituzionali.
- L'approvazione dei trattati internazionali.
La differenziazione delle funzioni delle due Camere, nel senso di prevedere che il Senato, che continua ad essere eletto a suffragio universale, sia permanentemente integrato con la presenza di un senatore per ogni Consiglio Regionale o di Provincia Autonoma, eletto con maggioranza qualificata e titolare di tutte le prerogative proprie degli altri senatori salvo quelle relative al Parlamento in seduta comune. Alla Camera verrebbe riservato il voto finale su tutte le leggi tranne quelle rientranti nelle attribuzioni del Parlamento in seduta comune.
La linea di Renzi
Il leader di Italia viva punta a una riforma più sostanziosa della Costituzione, "magari eliminando il bicameralismo perfetto, solo in Italia abbiamo due Camere che fanno la stessa cosa", ha spiegato nei giorni precedenti al referendum. "Puoi tagliare tutti i parlamentari che vuoi, ma allora devi cambiare le funzioni", ha aggiunto annunciando che torneranno in campo "i nostri temi: bicameralismo, titolo V, Cnel. Passato questo referendum inutile, ci sarà da scrivere la vera riforma. Anche con l'opposizione, se ci sta".
- M5S: a ridosso della vittoria dei Sì al referendum, i 5 stelle hanno rilanciato un'altra storica battaglia: il taglio degli stipendi dei parlamentari. Tra le proposte su cui puntano i pentastellati anche la riforma dei regolamenti con norme per evitare i cambi di casacca. Oggi i pentastellati aprono all'ipotesi della sfiducia costruttiva avanzata dai dem.
- FDI: è stata già incardinata in commissione alla Camera la proposta di legge costituzionale targata FdI per l'elezione a suffragio universale e diretto del presidente della Repubblica, che presiederà il Consiglio dei ministri, con poteri di nomina e revoca dei ministri, e guiderà la politica generale dell’esecutivo. la proposta prevede la modifica di 13 articoli della Costituzione.