AGI - "Anche noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà". Sergio Mattarella si prende qualche ora e lo fa in modo indiretto, senza note ufficiali ma parlando con alcuni partecipanti alla cerimonia su Francesco Cossiga, ma alla fine risponde alla provocazione del premier britannico Boris Johnson, che aveva attribuito la causa dell'elevato numero di contagi da coronavirus alla tradizione anglosassone di rispetto delle libertà individuali. Ma la sua argomentazione è suonata come una messa in mora dei valori istituzionali del nostro Paese, oltre che una lettura della lotta al contagio ben diversa da quella seguita dal Capo dello Stato.
Le parole di Johnson
"C'è un'importante differenza tra il nostro Paese e tanti altri Stati nel mondo. E cioè che noi amiamo la libertà. Per questo è molto difficile per il popolo inglese obbedire in modo uniforme alla linee guida così come sarebbe necessario", aveva affermato il titolare di Downing Street rispondendo a una domanda sul perché nel Regno Unito si stiano registrando così tanti nuovi casi di coronavirus rispetto ad altri Paesi, tra cui ad esempio l'Italia. La polemica è esplosa proprio mentre in Gran Bretagna entrano in vigore una serie di nuove misure per il contrasto della diffusione del Covid e il governo britannico sta cercando di scongiurare un nuovo lockdown generale, ma l'epidemia nel Paese continua a registrare dati allarmanti. Una situazione che chiaramente mette in difficoltà il premier, già attaccato dalla stampa. I consulenti scientifici del governo, Patrick Vallance e Chris Whitty, hanno avvertito che se l'incremento dei nuovi casi di Covid-19 resterà al livello attuale, a ottobre potrebbero esserci 50mila infezioni al giorno e oltre 200 morti al giorno a novembre. Il Regno Unito finora ha registrato 410mila casi di Covid e quasi 42mila morti.
Le parole di Johnson dunque non sono piaciute a Mattarella, che non ha voluto ufficializzare la sua irritazione ma ci ha tenuto innanzitutto a difendere il Paese, e il suo popolo, che "ama la libertà" come qualunque altra democrazia europea. Ma, come ha dimostrato durante i lunghi mesi di questa pandemia con i suoi comportamenti quotidiani, ama anche la serietà. Cioè sa assumersi una responsabilità collettiva. Nel luglio scorso, mentre i numeri del contagio cominciavano a calare, il Presidente aveva spiegato che "talvolta viene evocato il tema della violazione delle regole di cautela sanitaria come espressione di libertà. Non vi sono valori che si collochino al centro della democrazia come la libertà. Naturalmente occorre tener conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto di far ammalare altri". E non a caso proprio in queste settimane diverse testate straniere, a cominciare dal Financial Times, hanno lodato il 'modello' italiano grazie al quale si sta evitando una seconda ondata, con un giudizio ben più favorevole di quello espresso martedì dal premier inglese.