AGI - La leadership all'interno della Lega "non è nel mio interesse". Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia smentisce di puntare alla guida del partito e all'indomani del trionfo nelle regionali per il Veneto con un risultato che avvicinandosi al 77% è un vero plebiscito, non vuole portare su un piano nazionale il risultato della sua lista, che ha raccolto il 45%.
"È la quinta volta che presento la lista" ribadisce "ed è la quinta volta che vengono fatti questi ragionamenti. Questa è una votazione fine a se stessa e riguarda la mia amministrazione. Il tema politico si affronta con le elezioni politiche. Io faccio parte di quei pochi che pensano che far diventare i dati delle regionali dei dati politici sia assurdo, quando ci sono le vere elezioni politiche gli equilibri cambiano. Salvini ha sempre dormito sonni tranquilli. Non ho ambizioni nazionali o di scalate nel partito. Avrei avuto l'opportunità di occuparmi di partito o di altro in molte altre occasioni, ma questa partita è la vera pagina di storia per il Veneto e con tutto il calore dimostrato non posso che restare qui".
Da parte sua anche Salvini sottolinea che l'ipotesi di un cambio al vertice della Lega è una "fantasia" giornalistica. "33 consiglieri su 49 in Veneto sono della Lega o della Lista Zaia, se problema ce l'ha chi ha 33 consiglieri o chi non entra nemmeno in Consiglio come Renzi e i 5 stelle giudicate voi. Problemi così li vorrei avere tutti giorni in tutta Italia".
Le percentuali 'bulgare' ottenute in Veneto indicano secondo Zaia, il "voto del popolo che vota per il popolo, il voto dei veneti per il Veneto perché p innegabile che non si tratta di un partito del veneto ma di veneti, gli stessi che magari hanno votato l'autonomia in barba alle indicazione dei loro partiti".
"Ed p esattamente la responsabilità che mi sento in questo momento - prosegue parlando nel corso di un punto stampa alla sede della Lega di Treviso - da un lato con tutto questo consenso ti senti la responsabilità di dare ancora più risultati, dall'altro la responsabilità deriva anche dal sapere che abbiamo preso un sacco di consenso da cittadini che normalmente non ci votano".
"Questa mattina mi ha chiamato il ministro Boccia e ho subito chiesto: mi hai chiamato per firmare l'autonomia? Era solo un saluto ma di buon auspicio..." ironizza poi il governatore del Venet. "La volontà è di andare avanti per portare a casa questa partita, a Roma non dormano sonni tranquilli per quanto riguarda l'autonomia".