AGI - Non un sette a zero come aveva auspicato, senza forse crederci realmente, Matteo Salvini. Ma, esclusa la Valle d'Aosta, per il centrodestra la partita delle Regionali non dovrebbe neanche concludersi con un 4 a 2 come la coalizione aveva creduto a un certo punto ma con un 3 a 3 di parità con il centrosinistra.
Un risultato che rafforza il Pd di Nicola Zingaretti mentre delude il centrodestra, che comunque festeggia l'annunciato trionfo di Luca Zaia con percentuali mai viste, superiori al 70 per cento, il successo di Francesco Acquaroli di Fratelli d'Italia che 'strappa' la Regione al Pd e la rielezione con percentuali sicure di Giovanni Toti in Liguria.
Data per persa la Campania del governatore dem uscente Vincenzo De Luca, la coalizione di opposizione perde però nelle due Regioni date in bilico fino alla vigilia del voto, Puglia e Toscana. Nella Regione, storica roccaforte della sinistra, la leghista Susanna Ceccardi è sconfitta dal candidato del centrosinistra Eugenio Giani, che la distanzia con percentuali superiori alle aspettative.
Ma la "delusione" maggiore dei leghisti si concentra sulla Puglia. Salvini lo dice apertamente in una conferenza stampa in cui ammette di non aver raggiunto i risultati auspicati, ma allo stesso tempo chiede l'apertura di una "riflessione" sul Parlamento in carica, a suo giudizio "delegittimato" dalla vittoria del 'sì' che taglia il numero dei parlamentari, e dalla "cancellazione per volonta' popolare", emersa nel voto regionale, della prima forza politica rappresentata nelle Camere elette nel 2018, ovvero il Movimento 5 stelle.
Le parole di Salvini sulla Puglia sono dirette agli alleati di Fratelli d'Italia e alla scelta di far correre Raffaele Fitto, decisione per mesi criticata dal segretario leghista. Concetto sottinteso quando parla della riflessione che a suo giudizio occorre fare in vista delle prossime amministrative (nel 2021 ci sono in ballo poltrone importanti come quelle di sindaco di Milano, Roma, Bologna e Torino). In ottica delle Comunali "l'anno prossimo" è necessaria la "scelta di candidature innovative", avverte.
"Se tu candidi persone di valore, la gente ti segue". Dal canto suo, invece, la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni si dice "molto contenta dei risultati di FdI". "Se i dati venissero confermati potremmo dire con grande orgoglio che FdI è l'unico partito che cresce su tutto il territorio nazionale", dice, commentando i risultati delle elezioni al comitato di Acquaroli, ad Ancona.
"L'unico cambio colore di Regione avviene nelle Marche, che passano dal Pd a Fratelli d'Italia, grazie alla vittoria di Francesco Acquaroli", commenta Giovanni Donzelli, responsabile nazionale organizzazione di FdI. "Per il resto, anche forse per la pandemia, sono stati confermati i governatori uscenti. Noi siamo soddisfatti perché Fratelli d'Italia e' l'unico partito che cresce in ogni Regione dalle Europee, non c'e' Regione in cui scendiamo".
Salvini, che aveva fatto una campagna elettorale sostenendo che quella delle Regionali non fosse una partita politica nazionale, non chiede le elezioni politiche anticipate come fa invece l'alleata Meloni ma domanda la presidenza della Conferenza Stato-Regioni (in ragione dei 15 governatori di centrodestra contro i 5 del centrosinistra) e chiede di essere coinvolto dal governo nella stesura del piano per accedere ai fondi del Recovery fund e sulla scuola e le pensioni.
Stessa richiesta avanzata, per Forza Italia, da Antonio Tajani. "Era meglio se avessimo vinto, tutto è perfettibile", riconosce Tajani, ma "in Puglia e in Campania i candidati della sinistra hanno vinto perché hanno fatto liste di transfughi, ci sono liste clientelari, hanno vinto con gente che era di centrodestra, penso a Mastella".
"In una nazione normale, domani si tornerebbe al voto e si consentirebbe agli italiani di scegliere anche in base alle proposte dei partiti sulle riforme", sostiene invece la leader di FdI. "Mi pare che il governo nazionale non esca rafforzato da queste elezioni. E' il centrodestra che esce rafforzato. Il governo esce indebolito".
"Ringrazio Acquaroli per questa straordinaria vittoria nelle Marche che strappa un'altra roccaforte al centrosinistra, perche' le roccaforti si possono combattere", rivendica Meloni.
Ma FdI non riesce a conquistare la Puglia, dove Fitto, contrariamente alle previsioni della vigilia, esce sconfitto dalla competizione con il governatore dem Michele Emiliano. Anche i leghisti, però, dopo L'Emilia-romagna, falliscono la partita toscana, e la distanza, stimata nel 30%, che separa la lista con il guerriero Alberto da Giussano in Veneto da quella del presidente uscente Zaia sono sentite in via Bellerio.
E costringono Salvini a una precisazione sulla leadership, prima d'ora difficilmente immaginabile. "Le leadership le decidono i cittadini, e la Lega è primo partito del centrodestra in tutte le Regioni dove si è votato. Le leadership non si decidono a tavola, ma le decidono gli elettori col voto", taglia corto in conferenza stampa, negando qualsiasi timore di "competizione interna" con Zaia o con Meloni.
Nella conferenza stampa, il segretario leghista tenta di deviare il dibattito sulla "cancellazione" del M5s registrata in molte Regioni e sulla sconfitta del candidato di FdI in Puglia per la quale si dice deluso. "Pensavo e speravo qualcosa di più in Puglia. La partita della Campania era segnata per mille ragioni, speravo in una differenza minore in Puglia", dice il capo della Lega, 'assolvendo' il candidato forzista Stefano Caldoro, fermatosi sotto il 20%.
Il 'dente avvelenato' leghista nei confronti degli alleati di FdI lo aveva esibito per primo il vice di Salvini, Lorenzo Fontana. "Nel Mezzogiorno va aperta una riflessione all'interno di tutto il centrodestra - aveva avvertito nel pomeriggio -. Tutti dobbiamo porci delle domande e magari anche un rinnovamento della classe dirigente, il centrodestra deve puntare ad avere un linguaggio nuovo e quindi anche persone nuove, non è tanto una questione di competenze ma di immagine e mediatica, l'elettorato forse chiede rinnovamento".