AGI - "Il Pd festeggia le vittorie in Toscana e in Puglia. Ma lo spumante versato dentro ai calici arriva dalla cantina delle Sardine". è la metafora con cui il movimento anti-sovranista, nato nel novembre 2019 a Bologna in contrapposizione alle destre, rivendica il proprio impegno (mobilitazioni nei "piccoli borghi e nelle periferie dimenticate dalla politica") nelle due regioni.
"Abbiamo colmato il vuoto di una sinistra che non parla più alle persone. Siamo stati noi e non il Pd a portare in piazza, negli ultimi giorni di campagna elettorale, centinaia di persone", è il ragionamento che trapela dalle Sardine determinate a non lasciare ai soli Dem il merito del risultato di Toscana e Puglia.
"Riempire le piazze a Firenze sarebbe stato più semplice perché è un Comune amministrato dal centrosinistra con largo consenso. Allora abbiamo scelto Pisa e Cascina come luoghi simbolo in cui concentrare le nostre energie". E "abbiamo scoperto luoghi abbandonati, periferie sociali trascurate prima dal centrosinistra e adesso dal centrodestra", fa notare il Movimento.
Il primo brindisi delle Sardine senza dubbio, va alla Toscana rimasta fortino 'rosso'. Il secondo motivo di soddisfazione, per un movimento che porta nel dna la 'missione ' di avvicinare i cittadini alla politica, è per la buona affluenza al voto, nonostante la minaccia del virus. Ma, complice la vittoria del Si al referendum sul taglio dei parlamentari (la sforbiciata è "il trionfo dell'anti-politica" ), insieme alla delusione verso un campo di centrosinistra incapace, lamentano le Sardine, di presentarsi unito alle regionali, oltre ai dissidi interni dei mesi scorsi e alle ombre (poi scongiurate) di scissione non ci sarà la 'sbornià del post elezioni in Emilia Romagna (26 gennaio 2020) quando il centrodestra a traino Lega fu (a sorpresa) nettamente sconfitto.
Insomma, ormai è ingiallito lo scatto del bagno liberatorio ("spiaggia libera tutti") dei 4 fondatori delle Sardine - Mattia Santori, Andrea Garreffa, Giulia Trappoloni e Roberto Morotti - che il giorno prima delle elezioni in Emilia, in pieno inverno, si tuffarono in mare dalla spiaggia del Papeete, 'quartier generale estivo' del segretario leghista. Fratture e ricomposizioni, delusioni ed entusiasmi, critiche ed incoraggiamenti hanno attraversato le 6000 Sardine negli ultimi otto mesi.
"Siete al servizio dei poteri forti, alla corte di Luciano Benetton", il refrain dopo la foto di gruppo di fine gennaio, scattata alla fondazione "Fabrica" di Treviso. "La prossima comparsata sarà ad Arcore", una chat al veleno dopo l'ospitata alla trasmissione "Amici" di Maria De Filippi. L'esperimento emiliano non ha avuto il tempo di 'sedimentarsi".
Nessun sipario calato: è mancato il momento di riflessione tanto auspicato dalle 4 Sardine bolognesi. Già febbraio segna, infatti, il ritorno nelle piazze italiane ma senza i pienoni dei mesi precedenti. Malumori per il flop di partecipanti a Napoli concluso con la contestazione di alcuni esponenti dei centri sociali e di Potere al Popolo.
Ed insofferenze, sui social, per la vittoria 'numerica' della Lega nella sfida a distanza giocata a Squinzano (Lecce). Si rincorrono voci di scissione e di crisi di identità. Poi il coronavirus e il colpo al cuore inflitto dal lockdown con l'impossibilità di aggregarsi. Salta il congresso di Scampia per le precauzioni legate al virus. A ricomparire in piazza Maggiore sono state non persone ma 6000 piantine (per finanziare la sanità pubblica). Dopo lo stop all'isolamento forzato, la fase 3 arriva anche per le Sardine. E non manca il 'pressing' dalle regioni chiamate al voto con la speranza di 'replicare' la corsa emiliana.
Ma il Movimento traballa. "Mi pesano i dissidi interni, le litigate per i post e le paranoie complottiste. Non diventiamo una massa di frustrati": lo sfogo di Mattia Santori affidato ad una lettera inviata, a fine maggio, agli attivisti. Montagne russe e mare agitato. Fino al rilancio del Movimento con il discorso via web (28 maggio) dello stesso leader alle Sardine collegate da tutta Italia per il congresso virtuale. Due i capisaldi. No alla trasformazione in un partito ("non saremo mai uno strumento per chi vuole rifarsi una verginità politica) e l'intenzione di riprendersi il proprio habitat, ovvero, le piazze.
Questi gli snodi principali della 'tormentata' campagna elettorale delle Sardine determinate ancora una volta ad essere "un argine al populismo" e "all'avanzata delle destre". Forte di un manifesto valoriale - in 12 punti - svelato con parsimonia per essere più facilmente assimilabile, le Sardine si sono ricompattate tornando a nuotare in banco per dare il proprio contributo alla tornata elettorale appena conclusa.
La sconfitta del centrodestra in Toscana ed in Puglia dà ossigeno al movimento anti-sovranista e premia la 'strategia' di una campagna elettorale giocata per la maggior parte lontano dai riflettori, nei piccoli centri, nelle periferie, nei luoghi "abbandonati" dalle forze politiche.
Così la scelta delle ultime mobilitazioni in Toscana è caduta su Pisa e Cascina. Nel primo caso la manifestazione ha concluso la campagna elettorale, venerdì scorso, a pochi metri da un comizio di Matteo Salvini. Le Sardine, il 12 settembre scorso, si sono radunate anche a Cascina, primo comune del centrodestra strappato alla sinistra e simbolo della carriera politica di Susanna Ceccardi che ne diventò sindaco nel 2016.
"Il campo del centrosinistra preferisce guardare a Di Maio e a Renzi anziché alle nostre piazze e ai movimenti", aveva avvertito Santori. Poi un messaggio a tutto il mondo politico e alla società civile: "sembra che non esistiamo ma noi ci siamo sempre". Ora, archiviata anche questa tornata elettorale, il futuro del movimento è ancora da scrivere. E lo sguardo potrebbe indirizzarsi verso le amministrative del 2021. Con Roma e Bologna (il luogo da dove tutto è partito) tra le città che andranno al voto.