AGI - "Affronteremo altri temi dello scenario Mediterraneo, in particolare la Libia e il Libano dove sono stato l’altro ieri e da dove ho derivato una serie di elementi di conoscenza diretta che destano particolare preoccupazione". Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine del vertice Euromed con i Paesi del Mediterraneo auspicando che l'Ue promuova un 'nuovo ordine regionale'.
Le sfide nel Mediterraneo per l'Europa
"L’Ue se vuole confermare la sua leadership nel Mediterraneo deve assolutamente recitare un ruolo all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte", ha detto Conte. "Deve promuovere la definizione di un nuovo ordine regionale che metta al centro la propria credibilità e autorevolezza e anche pervenga a una responsabilità condivisa. Un’Europa più forte e che sappia recitare questo ruolo di leadership, di attore globale nel Mediteranno è una risorsa per tutti, per tutti i cittadini che si affacciano sulle varie sponde del Mediteranno", ha spiegato.
I flussi dei migranti vanno governati
Conte si è soffermato anche sul tema dei flussi migratori: "Dobbiamo governarli, non possiamo subirli. Per far questo, dobbiamo rafforzare il raggio d'azione dell'Ue, creando solide partneship, con i Paesi d'origine, contrastare i trafficanti, lavorare per meccanismi efficaci europei per i rimpatri, e per la redistribuzione obbligatoria dei migranti. E infine dobbiamo fare in modo che vi sia piena trasparenza per quelli che praticano soccorso in mare, comprese le ong", ha spiegato alla fine del vertice.
L'Ue pronta alle sanzioni contro la Turchia
I leader dei sette Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo hanno fatto sapere che sono pronti a sostenere l'Ue sulla via delle sanzioni nei confronti della Turchia se Ankara continuerà a non voler accettare il dialogo e insiste nel fomentare le tensioni con la Grecia. Lo afferma la dichiarazione finale del Med7 che si è tenuto in Corsica su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron. Se la Turchia non mette fine alle sue "azioni unilaterali e illegali" nel Mediterraneo orientale e nell'Egeo, e se non accetterà il dialogo, "l'Ue è pronta a intraprendere una serie di ulteriori misure restrittive", che potrebbero venire discusse al prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 settembre.