Il 9 agosto la notizia sui deputati che hanno ottenuto i 600 euro del bonus Inps è uscita "senza i nomi, perché i nomi non li sa nessuno, non li dà l'Istituto che garantisce la privacy". Ad assicurarlo è il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che, in audizione in commissione Lavoro alla Camera, rimanda al mittente le accuse "infondate" di chiunque affermi che i nomi di quei parlamentari li abbia fatti lui. "La notizia non è uscita né direttamente né indirettamente dal sottoscritto e chiunque afferma qualcosa del genere lo fa per fini che sfuggono, fantasiosi", ammonisce. "Io sono amareggiato per questa storia. L'Inps in questo caso è una vittima non un carnefice, che sia chiaro".
Audit interno su fuga notizie
Tridico annuncia quindi di aver già ordinato un audit interno per capire "se le notizie sono state trafugate dall'Istituto verso Repubblica". "Darò certamente contezza di questo Audit - dice in un altro passaggio dell'audizione - vorrei specificare però che non è né la prima né l'ultima volta che avviene una fuga di notizie dall'Istituto. In alcuni casi vengono scoperti in altri no, io garantisco la massima trasparenza".
Racconta Tridico: "La stessa notizia dei 200 politici a livello nazionale e dei 5 deputati che avevano chiesto il bonus dei 600 euro l'ho condivisa a fine maggio con il cda dell'istituto. Questo per permettere successivamente alle strutture di poter fare le verifiche del caso". E prosegue: "Il direttore di Repubblica, il dottor Molinari, il 7 agosto mi ha chiedeva i nomi" dei cinque parlamentari che hanno chiesto e ricevuto il bonus per le partite Iva "che io non gli ho dato". I nomi, sottolinea, "sono usciti perché si sono autodenunciati". La stessa versione viene confermata anche dalla direzione del quotidiano che in una nota ha affermato che "la notizia era arrivata al giornale tramite un'altra fonte la cui identità non sarà rivelata in linea con quanto scritto nel codice deontologico dei giornalisti"
Erano giorni convulsi e serviva una risposta veloce
“Con il decreto Cura Italia il governo ha risposto mettendo a disposizione 10 miliardi per dare un risposta veloce a chi ne aveva bisogno. Erano momenti convulsi - ha ricostruito Tridico - l’Istituto ha risolto in maniera efficace, in 15 giorni, predisponendo una misura che non esisteva e lo ha elargito, come da impegno chiesto dal governo e dal presidente del Consiglio” in tempi rapidi. Così, ha continuato, "al 15 aprile sono stati elargiti 2,7 milioni di bonus e poi nei giorni successivi, fino a 4 milioni”. La procedura costruita dall'amministrazione "si basa sulla legge - ha insistito - automaticamente l'istituto paga il bonus ai richiedenti se ne ricorrono le condizioni e se li trova nei nostri archivi".
Sul bonus accertamenti ancora in corso
Gli approfondimenti dell'Inps su chi ha richiesto e ottenuto il bonus dei 600 euro per i lavoratori autonomi "sono ancora in corso", ha poi puntualizzato Tridico. E ha difeso l'attività della Direzione centrale antifrode: "È necessaria in un Paese come il nostro in cui ci sono 115 miliardi di evasione fiscale e contributiva". L'Inps, ha riferito il presidente, "ha erogato 13 milioni di prestazioni fino al 3 agosto, prestazioni di cassa integrazione per 6 milioni di individui e 4,1 milioni di bonus da 600 euro il primo mese, che sono stati rinnovati dopo qualche giorno dall'entrata in vigore del decreto Rilancio".
Su cig ritardi ma è stato uno tsunami
Durante l'audizione, Tridico ha risposto anche alla domanda sui ritardi nell'erogazione della Cassa integrazione.
"Immaginate un'autostrada costruita per viaggiare in modo ordinario nei giorni feriali e poi arriva uno tsunami di macchine che cercano di infilarsi. La coda è necessaria, è fisiologica - ha spiegato. Nonostante questo l'istituto ha pagato 13 milioni di prestazione di cig a oltre 6 milioni di lavoratori".