AGI - "Sin dall'inizio di questa emergenza ho seguito un percorso all'insegna della cautela, ma anche di misure proporzionate a quanto stava accadendo. Sono convinto che questo governo abbia agito bene e dunque non cambio idea". Inizia con queste parole il colloquio intrattenuto dal premier con il Corriere della Sera, nel quale Conte afferma anche che "adesso è arrivato il momento di non pensare a nuove restrizioni, ma di sostenere una effettiva ripartenza". E, dunque, se tutti ci impegneremo per questo obiettivo "e rispetteremo quelle regole ormai minime, ma necessarie, di protezione, insieme riusciremo davvero a tornare alla normalità".
Il premier Conte è fiducioso alla vigilia del nuovo Dpcm che dovrà firmare entro la fine della settimana, e aggiunge: "Sono sempre stato rigoroso, ma non mi pento di nulla. Quando abbiamo deciso di chiudere dicevano che dovevamo tenere aperto. Quando volevamo cominciare ad aprire, ci chiedevano di essere rigidi. Mi sono sempre confrontato con ministri e scienziati e ora ho la percezione che se concederemo qualche apertura faremo bene", annuncia dopo che ha già affidato ai suoi uffici lo schema da seguire.
Tanto che in tema di mascherine e distanze dice: "Sono fondamentali, ma non devono essere percepite come una limitazione" e in ogni caso "adesso ho grande soddisfazione nel vedere chi ci derideva costretto a coprire naso e bocca e soprattutto a consigliare a tutti, giovani prima di tutto, che bisogna essere prudenti". Dopo un passaggio sulle discoteche ("Sono molto prudente, sinceramente non mi sembra ancora opportuno concedere il permesso, troppo pericoloso. Si suda, si beve insieme, si sta vicini...") il premier affronta il tema dell'istruzione per dire che "la scuola riparte, non ci sono dubbi" e "soltanto una nuova e fortissima impennata di contagi" può impedirlo, "ma io non voglio nemmeno pensare a questa eventualità" assicura Conte.