Un dibattito duro, un confronto serrato; parole come 'dignità' e 'stato di diritto'. Più che un negoziato, al vertice Ue è andato finora in scena una battaglia di principio che ha visto da una parte il fronte Mediterraneo guidato dall'Italia - e da un Giuseppe Conte particolarmente determinato - e dall'altra i 'Frugali' con un frontman come il premier olandese Rutte a recitare la parte del cattivo e un manovratore astuto come l'austriaco Kurz.
"Per l'ennesima volta c'è stato un duro confronto" ha detto il presidente del Consiglio a proposito della lunghissima giornata di domenica, "ho spiegato che dobbiamo avere un limite. C'è un limite e non deve essere superato per la dignità dell'Italia e degli altri Paesi che in questo momento stanno attraversando la fase più acuta della crisi. Ieri c'è stato un duro confronto e ho spiegato che dobbiamo avere un limite per la dignità dell'Italia e degli altri Paesi. Se il piano viene riempito di ostacoli che ne compromettono l'efficacia non serve a nulla. Sullo Stato di diritto ci sono alcune clausole e le stiamo rivedendo dal punto di vista legale, ma sul principio dello Stato di diritto mi pare che non ci sia da discutere. Non possiamo più tergiversare dobbiamo finalizzare il tutto".
Cosa è cambiato a Bruxelles
Una lunga giornata che ha lasciato il segno, anche sul negoziato: "Mi sembra che il clima sia cambiato. Ieri sera dopo posizione più dura di Italia, Spagna e Portogallo" spalleggiate da Francia e Germania "c'è stata una svolta" ha detto Conte a proposito della trattativa per il Recovery Fund. "Abbiamo fatto comprendere chiaramente che non si può portare avanti un negoziato che porti tutto al ribasso. Ho richiamato tutti a un'assunzione di responsabilità. Stiamo offrendo una risposta europea, non possiamo guardare il nostro ombelico nazionale".
Sulla governance del Recovery fund "c'è stato uno scontro in questi giorni. Io non permetterò mai che un singolo Paese possa avere il monopolio o la possibilità di un sistema di controllo e verifica. Spetta agli organi comunitari e su questo io non mollo e non permetterò mai che avvenga" "Fino a quando non c'è la stretta finale e non valutiamo tutti gli aggiornamenti e le poste contabili dobbiamo essere cauti", aggiunge il presidente del Consiglio.
"Mi batto fino alla fine perché le risorse siano cospicue e favoriscano la ripresa" e trovare un accordo è dovuto "non solo ai mercati finanziari, ma ai nostri cittadini. Capisco le resistenze e le incomprensioni ma ora dobbiamo finalizzare".
L'apertura di Giorgia Meloni
Dal fronte dell'opposizione si fa sentire Giorgia Meloni che apre al sostegno a Comnte nel negoziato a Bruxelles. "Fratelli d'Italia antepone sempre l'interesse della Nazione a quello della fazione, soprattutto quando il Governo italiano - da chiunque sia guidato - è chiamato ad affrontare difficili sfide internazionali" ha detto la presidente di Fratelli d'Italia, "Nel complesso negoziato europeo sul Recovery Fund abbiamo chiesto in Parlamento al premier Conte di giocare in attacco, perché senza l'Italia non c'è la Ue e non può esserci d'accordo. Se il Presidente del Consiglio difender fino in fondo gli interessi del popolo italiano, sappia che ci troveraà al suo fianco". Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.