AGI - Il dossier autostrade "si trascina da troppo tempo, ma la procedura di revoca è stata avviata e ci sono tutti i presupposti per realizzarla, perché gli inadempimenti sono oggettivi, molteplici e conclamati". Lo dice il premier Giuseppe Conte, che in un colloquio con 'La Stampa' avverte: "Quindi o arriva una proposta della controparte che è particolarmente vantaggiosa per lo Stato oppure procediamo alla revoca, pur consapevoli che comporta insidie giuridiche". Il presidente del Consiglio assicura che i tempi saranno brevissimi: "Entro questo fine settimana".
Intanto il Movimento 5 stelle mantiene una posizione ferma. Ieri, riferiscono fonti parlamentari, il capo pentastellato Crimi ha incontrato i sottosegretari del Mit, c'è stato un giro di telefonate tra ministri, nelle chat interne di deputati e senatori lo sfogo per la lettera con la quale il ministro De Micheli ha affidato pro tempore la gestione del ponte Morandi ad Autostrade. "Il Movimento 5 stelle minaccerà la crisi se il governo non prenderà la decisione della revoca della concessione", confida un membro dell'esecutivo del Movimento.
"Avevamo ragione noi", il commento di Di Maio e di tutti i 'big' alla sentenza della Corte costituzionale che dà torto ad Autostrade, giudicando legittimo estromettere la società dalla costruzione del nuovo ponte: "Non ci siamo mai piegati", il 'refrain'. "Ci conforta che la Corte costituzionale abbia confermato la piena legittimità costituzionale della soluzione normativa che venne a suo tempo elaborata dal governo", il commento del premier Conte, "è una situazione paradossale e rischia di diventare assurda. Per questo dobbiamo evitarne il protrarsi" - ha sottolineato parlando del dossier oggi a Madrid -, una situazione che "purtroppo è frutto del fatto che finché resta la concessione ad Aspi il ponte deve essere gestito da Aspi".
Ma ora è proprio il presidente del Consiglio ad essere chiamato in causa dai pentastellati, affinchè acceleri sulla "manovra di estromissione" dei Benetton. Sottotraccia il convincimento di molti M5s è che il premier fosse a conoscenza della lettera del ministro delle Infrastrutture. "La verità è che ha deciso di non decidere. La nostra posizione è nota da tempo", si sfoga un 'big' M5s. Tesi che fa, in realtà, il paio con quella di un esponente di primo piano del Pd. "Ha avocato a sé il dossier", la tesi.
La questione della gestione del ponte va subito risolta - tuona Di Maio - "non voglio esprimere sentenze, nè alimentare scontri, non ce n'è bisogno in questo momento", ma bisogna "mantenere le promesse fatte". "Porteremo il dossier Autostrade in Cdm. è una decisione di tale importanza che dovrà essere condivisa al di là dei due ministri direttamente competenti. Va coinvolto tutto il governo", osserva il presidente del Consiglio. La soluzione della transazione non viene considerata come un punto di equilibrio dal Movimento 5 stelle, "non basta mettere i Benetton in minoranza", il ragionamento, anche se un 'big' del Pd osserva come non c'è alcun automatismo tra la sentenza della Corte costituzionale e la decisione della revoca.
"Aspi ha realizzato un profondo e radicale cambiamento del suo management e di tutti i suoi processi aziendali. Ha dato il massimo supporto al commissario e alla realizzazione dell'opera", la 'difesa' di Autostrade. Ma M5s insiste: "Se non c'è la revoca, non c'è piu' il governo", ribadisce un'altra fonte.