Chiedere l’arbitrato internazionale è stata la mossa vincente? Alla domanda del Corriere della Sera Emma Bonino, senatrice, a capo della Farnesina nel governo Letta tra il 20 aprile del 2013 e il 22 febbraio del 2014 quando all’epoca in Italia infuriava la polemica sui marò e le tensioni con l’India erano alle stelle, risponde così: «Io ho sempre pensato che fosse necessario seguire questa strada. Questa sentenza è anche un monito agli Stati. Dice loro: guardate che le leggi internazionali, i corpi internazionali valgono”.
Poi, con un certo orgoglio e molta soddisfazione Bonino aggiunge: “Questa è una vittoria politica per l’Italia e sono contenta perché da ministra ho preparato la strada a quanto è avvenuto”. Poi la leader radicale e animatrice della lista +Europa racconta di aver preso in mano il dossier nel maggio 2013 mentre “il precedente governo Monti aveva seguito la linea dell’accordo diplomatico, il 22 febbraio 2013 i due marò avevano ottenuto il permesso di rientrare in Italia per 4 settimane ma, l’11 marzo, l’allora ministro degli Esteri Giulio Terzi si oppose al ritorno in India e poi si dimise. I due fucilieri fecero ritorno all’ambasciata italiana a New Delhi il 22 marzo”.
“La tensione era alta – ricorda ancora Bonino – e la campagna stampa in Italia era molto forte. Il premier Letta nominò Staffan De Mistura inviato speciale d’Italia in India per risolvere la questione. A metà luglio incontrai in modo riservato il ministro degli Esteri indiano in visita a Budapest. Lui mi rassicurò: “Vedrà si risolverà tutto, abbiate pazienza”. Uscii da quell’incontro con la certezza che non si andava da nessuna parte”. Da qui la decisione di ricorre al tribunale dell’Aja.