AGI - Dopo la vicenda Palamara, un altro affaire agita le acque non certo quiete della giustizia italiana. Si tratta dell'audio-choc del giudice Amedeo Franco sulla sentenza del 2013 della Cassazione, che confermò in via definitiva la condanna nei confronti di Silvio Berlusconi per frode fiscale.
La registrazione ambientale
Nella registrazione ambientale, anticipata ieri sera dalla trasmissione televisiva “Quarta Repubblica” e pubblicata oggi da alcuni quotidiani, Franco, allora relatore della sentenza, alla presenza dello stesso Berlusconi e di altri testimoni afferma senza mezzi termini che la sentenza fu a suo avviso ingiusta e pilotata in qualche modo “dall'alto”.
Durante la trasmissione Quarta Repubblica, "sono stati fatti sentire al pubblico gli audio choc del magistrato Amedeo Franco", scrive Il Giornale, in base ai quali emergerebbe che ""Berlusconi deve essere condannato a priori perchè è un mascalzone! Questa è la realtà - si sentirebbe nell'audio - a mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia l'impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall'alto. In effetti hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio per sgravarmi la coscienza, perchè mi porto questo peso del ci continuo a pensare. Non mi libero. Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo".
Forza Italia chiede una commissione d'inchiesta
Affermazioni gravi, che hanno immediatamente suscitato reazioni politiche e indotto Forza Italia a un'iniziativa forte, chiedendo stamani nel corso di una conferenza stampa al Senato l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare. “Chiediamo – ha affermato il vicepresidente del partito Antonio Tajani - che ci sia una commissione parlamentare di inchiesta per accertare tutte le disfunzioni del sistema giudiziario nel nostro Paese, compresa la vicenda che ha portato alla condanna di Berlusconi. Vorremmo sapere – ha proseguito - chi è che ha pilotato questa sentenza. Una sentenza che ha provocato danni enormi al paese e alla democrazia, ha condannato di fatto un innocente. Vorremmo capire cosa e' accaduto veramente e chi sono i responsabili, che hanno provocato un danno enorme a Berlusconi, che è stato ingiustamente estromesso dal Senato, e a FI, che ha perso consenso. E' stato un vero e proprio colpo di Stato giudiziario".
Per la capogruppo di FI al Senato Anna Maria Bernini, "Berlusconi dovrebbe essere subito nominato senatore a vita, e non basterebbe come risarcimento. Berlusconi è un gigante, sarebbe una parte di riabilitazione che gli è dovuta”.
Salvini e Meloni: "Uso politico della giustizia"
All'indignazione del gruppo dirigente azzurro si è aggiunta quella della leader di FdI, Giorgia Meloni, per la quale “Quello che è stato documentato ieri sera da "Quarta Repubblica" sulla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi è l'ennesima prova che in Italia esiste un pezzo di magistratura che fa politica e attacca avversari politici, invece di cercare la giustizia e dare risposte ai cittadini. Fa rabbrividire – ha proseguito - l'idea che la legge non sia uguale per tutti e che ci siano giudici che utilizzino il loro potere per colpire qualcuno. E' un affronto a tutti quei servitori dello Stato che ogni giorno fanno il loro lavoro e sono in trincea per difendere i diritti degli italiani. Perche' senza giustizia non c'e' libertà”.
Per il leader leghista Matteo Salvini "dopo le intercettazioni di Palamara contro il sottoscritto, spunta un altro audio di un magistrato che ammette l’uso politico della Giustizia: solidarietà a Silvio Berlusconi per il processo farsa di cui è stato vittima. È l’ennesimo episodio che ci ricorda la necessità di una riforma profonda”.
Anche Renzi chiede di fare chiarezza
Ma la perplessità di fronte alla vicenda ha toccato anche chi non fa parte di Forza Italia o del centrodestra, come il leader di Italia Viva Matteo Renzi, da tempo in pressing sul governo per una riforma della giustizia, a maggior ragione dopo la vicenda Palamara: “Non so dove sia la verità ma so che un Paese serio su una vicenda del genere - legata a un ex Presidente del Consiglio - non può far finta di nulla", ha scritto Renzi nella sue e-news . "Non ho mai appoggiato - ha proseguito - i Governi Berlusconi e Berlusconi non ha mai votato la fiducia al Governo Renzi (a differenza di altri governi anche di centrosinistra): quindi, per me Berlusconi e' un avversario politico. Ma, proprio per questo, è doveroso fare chiarezza su cio' che esce dagli audio di quella trasmissione e nessuno puo' permettersi il lusso di far finta di niente".
I film acquistati da Mediaset e il mediatore Agrama
Secondo quanto riportato da "Il Giornale", "La sentenza di condanna di Berlusconi per frode fiscale si basava sul presupposto che Mediaset avesse comprato dei film americani attraverso la finta mediazione di un certo Farouk Agrama, pagandoli molto meno di quello che Agrama fece risultare. La differenza tra prezzo vero e 'prezzo falso' dicevano che venne equamente spartita. La metà la avrebbe usata Mediaset per abbassarsi le tasse, l'altra metà Farouk Agrama la avrebbe depositata in un conto svizzero. I magistrati, quindi, sequestrarono il conto svizzero di Agrama. Berlusconi cercò di spiegare che in quel periodo, siccome faceva il presidente del Consiglio, non si occupava dell'acquisto dei film e tantomeno della dichiarazione dei redditi di Mediaset. Ma i giudici di primo, secondo e terzo grado non gli credettero".
E il Cavaliere, fu sottoposto a processo: "In primo grado - ricorda Il Giornale - nel giugno del 2012, il pm chiese 3 anni e otto mesi. La Corte portò tutto a quattro. L'appello si concluse nel maggio dell'anno successivo, confermando la pena, e tre mesi dopo, ad agosto, arrivò la sentenza della Cassazione".
Ancora, spiega "Il Giornale", "Berlusconi si rivolse a un tribunale civile in virtù di un ragionamento molto semplice. Il Riformista lo esemplifica al massimo: se davvero, come dite voi, Agrama mi ha fregato tre o quattro milioni, me li ridia". Il tribunale civile di Milano, con una recente sentenza, "ha escluso che ci fosse appropriazione indebita, ha stabilito che l'intermediazione non era fittizia, che la società di Agrama è una società vera e propria e ben funzionante, e ha anche stabilito che non solo non ci fu maggiorazione nelle fatture, ma che il prezzo al quale Mediaset compro' era un ottimo prezzo".