AGI - Il futuro dell'Italia? Si deciderà nei prossimi novanta giorni. Parola di Matteo Renzi, ex premier e leader di Italia viva, che in una lunga intervista a Il Foglio afferma che "da qui alle elezioni regionali capiremo davvero cosa succederà al paese" e soprattutto se il governo "riuscirà ad essere all'altezza delle sfide di questa fase storica cosi' complicata" e "per contare in Europa".
Sono diversi i passaggi che Renzi affronta nell'intervista. A partire dal prossimo appuntamento elettorale di settembre, per il quale l'ex premier avverte: "Non devono essere trasformate in una prova decisiva per il governo" perchè il futuro del governo dipende solo "dalle scelte che farà, non dal voto regionale". Attacca Emiliano e il so modo di governare la Regione Puglia e "il modo in cui ha giocato con il populismo, il complottismo, in cui ha gestito il potere, un presidente pericoloso per la sua regione".
Renzi ragiona anche sul Quirinale e il futuro prossimo capo dello Stato, per dire che "l'Italia merita di avere ancora un presidente della Repubblica capace di mettere in campo un profilo europeista e filoatlantico", spezzando cosi' una lancia in favore di un secondo mandato di Mattarella e pertanto "va benissimo se ci sarà un consenso ampio sulla figura presidenziale anche di mondi che oggi si riconoscono in Salvini e Meloni".
E avverte: "Non ci possono essere soluzioni alla Orbàn". Con un occhio che guarda piu' a chi sarà il futuro inquilino del Palazzo sul Colle piu' alto della capitale che a chi abiterà a Palazzo Chigi, Renzi punta a far si' che questo esecutivo duri fino al 2023 con "lo sforzo europeista messo in campo da Ursula von der Leyen" quindi consiglia a Conte, Di Maio e Zingaretti di "smettere di fare la guerra al nostro partito" per capire invece come "Italia viva puo' aiutare con i fatti a dare vitalità al governo". "è un passaggio cruciale", dice Renzi, anche perchè nel centrodestra "c'è una miniera di persone che non vuole morire in un polo sovranista".
L'ex premier ed ex segretario dem chiede poi alla ministra De Micheli di "sbloccare le opere che si possono sbloccare con una firma", soddisfatto che "il presidente del Consiglio abbia detto di essere d'accordo con il nostro piano shock" ma un governo "che vuole governare deve avere avere una rotta" e questo procede "andando un po' di qua e un po' di là è un governo che una rotta non ce l'ha". Ultimo passaggio sul Csm e il caso Palamara, "che non è il caso di una mela marcia" e "farlo passare come capo espiatorio è inaccettabile". Pertanto "se Palamara viene messo sotto accusa bisognerebbe avere il coraggio di dire che tutto il sistema va cambiato" per mettere "in discussione le distorsioni della giustizia italiana".