Il Movimento 5 stelle farà ricorso al Senato contro la decisione della Commissione Contenziosa di palazzo Madama, che ieri sera ha cancellato il taglio dei vitalizi degli ex senatori, infliggendo un duro colpo alla storica battaglia pentastellata. Ma i 5 stelle non demordono e anzi rilanciano, spronando Lega e Pd, insorti entrambi contro il colpo di spugna, a lavorare insieme per cancellare definitivamente "questo scempio".
"Accolgo con favore il fatto che Lega e Pd sono dalla nostra parte su questa battaglia. Possiamo quindi muoverci per fare le leggi necessarie", afferma Vito Crimi. È un coro unanime di disappunto quello che si leva dalle forze politiche, che in maniera bipartisan (con il 'distinguo di Forza Italia) stigmatizzano la decisione della Commissione Contenziosa. La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha tenuto a specificare che la presidenza "non c'entra nulla con la decisione della Commissione, che è un vero e proprio tribunale".
Detto questo, "a me dispiace molto che questa decisione sia intervenuta in un momento cosi' difficile per gli italiani", ma "comunque la sentenza è appellabile". Ed è proprio questa la strada che i 5 stelle intendono intraprendere: "A breve proporremo al Consiglio di Presidenza del Senato di fare ricorso contro il ripristino dei vitalizi", annuncia Paola Taverna, che spiega: "La decisione presa ieri dalla Commissione Contenziosa può essere rivista dal secondo e ultimo grado di giudizio interno di Palazzo Madama, il Consiglio di Garanzia. Questa è l'unica cosa da fare se veramente vogliamo spazzare via per sempre quel privilegio insopportabile".
E di fronte all'indignazione pressochè unanime delle forze politiche, i pentastellati rilanciano: "Se molti partiti sono d'accordo nell'eliminare questo ingiusto privilegio, allora collaboriamo tutti assieme perché i vitalizi non vengano ripristinati, soprattutto adesso che i nostri concittadini si aspettano che la politica sia anche da esempio, abbandonando forme di egoismo elitario", afferma il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà.
Non mancano, tuttavia, le polemiche e le accuse incrociate: se la Lega rivendica di essere stata l'unico partito ad aver votato contro in Commissione la cancellazione del taglio dei vitalizi, garantendo "le barricate", e Matteo Salvini annuncia una raccolta firme il 4 e 5 luglio per dire no anche "al rientro dalla finestra dei vitalizi per gli ex parlamentari", i 5 stelle osservano: "Sono le solite parole vuote di Salvini, servono i fatti. Quelli che ad esempio sono mancati ieri sera da parte della Lega: si sono detti contrari alla decisione presa dalla Commissione ma hanno fatto ben poco per fermarla e per convincere gli alleati di Forza Italia", sostiene Taverna.
Nel mirino, infatti, finisce proprio il partito di Berlusconi, il cui senatore Giacomo Caliendo ha votato ieri a favore dello stop al taglio. Ma gli azzurri replicano piccati: "Non accettiamo lezioni: i vitalizi sono stati aboliti nel 2012 dal centrodestra. Forza Italia lavora da sempre per avere un sistema politico e istituzionale meno costoso e più efficiente. è comprensibile che chi si ritiene danneggiato da una delibera scritta male provi ad aprire un contenzioso, ma non è certo questo il momento storico ed economico per farlo".
Fratelli d'Italia punta invece il dito contro il Pd, ricordando che i dem fecero "muro contro la legge che impediva le pensioni d'oro e che riguardava anche i vitalizi", sostiene Giorgia Meloni, che tiene a sottolineare come il suo partito non sia presente nella Commissione Contenziosa. Replica il Pd: "Il blitz della Commissione presieduta dal forzista Caliendo è inaccettabile", premette la vicepresidente dem Debora Serracchiani. Quanto alle accuse di FdI, "rinvio al mittente le insinuazioni di Meloni e le ricordo tra l'altro che, da presidente Pd del Friuli Venezia Giulia, ho abolito i vitalizi in Regione, tra i primi in Italia".
Anche Iv chiede di "porre rimedio attraverso una soluzione inattaccabile giuridicamente e di equità nei confronti delle persone", spiega Marco Di Maio. "Per fermare il ripristino dei vitalizi non servono piazza o raccolta firme, basta che la scelta sia impugnata davanti al Consiglio di Garanzia che è composto da 5 senatori di Lega, Pd, FI e FdI.
Zingaretti, Salvini, Meloni e Berlusconi diano questa indicazione ai loro", scrive il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. Intanto i pentastellati assicurano che nulla cambierà a Montecitorio: "Alla Camera andremo avanti con il taglio", assicura il Questore Francesco D'Uva.