AGI - “Questa norma costruisce condizioni per la giustizia sociale: quale che sia il risultato, non sarà mai un flop. Fosse anche una sola la persona che viene strappata all’invisibilità e a condizioni di lavoro oscene, lo considero comunque un successo”. È quanto sostiene la ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova in un’intervista a la Repubblica, la quale pochi giorno fa ha messo sul tavolo le sue dimissioni se non fosse passata la regolarizzazione dei lavoratori invisibili.
Ora Bellanova afferma anche che “per me è sempre stato chiaro: mai con la mafia dei caporali”, tuttavia per valutazioni meno affrettate invita ad aspettare il 15 giugno e il 1° luglio, “che sono gli step indicati dal Viminale per i dati ufficiali”.
La ministra in ogni caso voleva che ad essere regolarizzati fossero 600 mila, ma adesso dichiara che “non è un mistero per nessuno che avrei preferito una norma diversa e comunque estesa anche ad altri settori dove il caporalato e il lavoro irregolare italiano e straniero è ugualmente presente e sfruttato: edilizia, logistica e tanti altri”.
Ma aggiunge anche che “ho sempre avuto come obiettivo sconfiggere l’illegalità e la clandestinità in tutte le sue forme”, quella “brutale dei pulmini dei caporali dove si viaggia in trenta e si viene segregati nei casolari” come quella “in giacca e cravatta delle aste al doppio ribasso”. Tuttavia, ribadisce la ministra Bellanova, “questa norma è il punto più avanzato che le condizioni date hanno permesso”.