AGI - Con i 172 miliardi in arrivo dall'Unione europea la sfida nei prossimi mesi sarà su come utilizzarli. Il premier Conte ha anticipato i tempi e presentato il 'Recovery plan', chiedendo la collaborazione dell'opposizione e delle parti sociali. Ma la partita sulle riforme si gioca su più tavoli. Intanto c'è lo scontro sul sistema di voto. Ora che gli effetti del coronavirus si sono attenuati Pd, M5s e Leu vogliono accelerare in Commissione Affari costituzionali alla Camera e arrivare al primo passaggio parlamentare del 'Germanicum' entro l'estate.
È un accordo fatto dalla maggioranza già mesi fa, anche se sul proporzionale con soglia di sbarramento al 5% si sono sempre registrate delle fibrillazioni, a partire dal tema del diritto di tribuna. Tuttavia ora Renzi fa intendere di volersi sfilare.
"Noi di Iv - scrive nel nuovo libro - potremmo avere tutto l'interesse ad avere un sistema proporzionale ma diciamo che quel che serve all'Italia è l'elezione diretta del Capo dello Stato o del premier. Non si può continuare con un sistema di contrattazioni e trattative esagerate. A me di fare un grande proporzionale, un inciucione non convince".
Ed ancora: "Scriviamo le regole insieme. Modifichiamo la Costituzione per consentire ai cittadini di decidere se, come e quando affidare il destino del proprio Paese, esattamente come ogni cinque anni scelgono a chi affidare il destino della propria della città con l'elezione del sindaco. Sarebbe come votare un 'sindaco d'Italià capace di rappresentarci".
L'elezione diretta del Capo dello Stato o del premier è un cavallo di battaglia anche nel centrodestra che infatti ha capire di essere disponibile a quella che Renzi chiama "la grande Riforma". Anche FI è disponibile a sedersi al tavolo ma Lega e Fdi puntano al voto, "e poi gli italiani - taglia corto Salvini - in questo momento si aspettano lo stipendio".
Ma le reazioni più veementi sono nel campo rosso-gialli. Non è un caso che Leu ricordi a Renzi che l'intesa è già stata siglata. Sulla stessa lunghezza d'onda pure il Pd: "Renzi - osserva un 'big' dem - ha paura dell'asticella del 5% ma quel testo è blindato, non si può sottrarre".
Se però Iv davvero dovesse fare un passo indietro per la maggioranza sarebbe un problema, visto che al Senato i numeri restano ballerini. Il Pd potrebbe rilanciare, come 'piano B', anche il cancellierato alla tedesca ma senza toccare il patto sul sistema proporzionale con soglia al 5%.
Il tentativo dei dem è quello di far sì che Forza Italia si stacchi da Lega e Fratelli d'Italia (da qui la volontà di accelerare sul proporzionale) e non è passato inosservato il plauso del capogruppo dem al Senato Marcucci sul patto della Rinascita invocato da Berlusconi per replicare la collaborazione post seconda guerra mondiale.
Ed è lo stesso piano del presidente del Consiglio Conte che ha fatto riferimento al clima di condivisione del 2 giugno, sulla scia degli appelli del Capo dello Stato Mattarella. Il presidente del Consiglio oggi in conferenza stampa ha presentato per titoli il 'Recovery plan': seria riforma fiscale, investimenti pubblici e privati, taglio della burocrazia, diritto allo studio, cambiare i tempi della giustizia civile e penale, fiscalità di vantaggio per il sud, innovazione e banda larga, sblocca cantieri nel dl semplificazione, riformulazione dell'abuso di ufficio.
E mentre tiene alta la guardia su Autostrade ("Ci sarebbero le condizioni per la revoca ma stiamo valutando una transazione che al momento non ci soddisfa") non ha chiuso nemmeno sul ponte sullo stretto: "No ad opere immaginifiche ma - ha aggiunto - valuterò senza pregiudizi".
Un modo per tenersi tutte le strade aperte e, pur rispondendo piccato al presidente di Confindustria Bonomi che ha accusato il governo di fare più danni del coronavirus ("Espressione infelice, la rispediamo al mittente"), ha aggiunto che da viale Astronomia arriveranno "idee lungimiranti". Anzi Conte ha spiegato che quel "tesoretto" in arrivo dalla Ue ("Stiamo cercando di anticipare i finanziamenti del 'Recovery fund'", ha osservato) non è per il governo "ma una risorsa del Paese".
Un patto sulla Rinascita quindi da scrivere tutti insieme. FI vuol sedersi al tavolo e spera nell'accoglimento delle proposte da parte del governo, Lega e Fdi sono scettici sul clima di collaborazione. Da lunedi' a villa Pamphili a Roma cominceranno dunque le trattative perché su come si spenderanno quei soldi "si gioca - ha detto Conte - la credibilità del Paese".
Pd, M5s e Leu plaudono al premier e perfino la polemica sull'utilizzo del Mes ("Io resto della mia idea", dice Conte) è stata per ora accantonata nella maggioranza. Ma dalla partita sulla legge elettorale a quella sulle riforme economiche resta un clima di sospetti che attraversa coalizioni e partiti.
Clima di sospetti tra Pd-Leu-M5s da una parte e Iv dall'altra. E clima di sospetti anche nel centrodestra, con Lega e Fdi che non vedono di buon occhio la mano tesa di FI a Conte. Mentre un 'big' lumbard già prefigura "un ritorno di fiamma dell'area moderata. Per di più - spiega la stessa fonte - girano indiscrezione che Cairo si stia preparando al grande salto...".