AGI - "La dimensione della crisi ha chiesto a tutti uno sforzo straordinario" e il Paese si è trovato di fronte a "difficoltà mai viste", che necessitano ancora di "unità, responsabilità e coesione": lo ha affermato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, in un messaggio ai Prefetti in occasione della Festa della Repubblica. Dopo iol forte appello all'"unità morale del Paese" lanciato alla vigilia del 2 giugno, il presidente della Repubblica ha partecipato questa mattina alla cerimonia che si è svolta senza la tradizionale parata a causa dell'emergenza Covid. Con indosso la mascherina, Mattarella ha ascoltato l'esecuzione dell'Inno d'Italia e poi, accompagnato dai presidenti di Senato e Camera Elisabetta Casellati e Roberto Fico, dal premier Giuseppe Conte e dalla presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia, ha salito lo scalone dell'Altare della Patria ed ha deposto la corona di fiori al sacello del Milite ignoto. Ad attenderlo ai lati del monumento, i vertici militari e una rappresentanza delle professioni sanitarie che hanno combattuto in prima persona l'epidemia di coronavirus. Pochi passanti hanno assistito alla cerimonia, culminata nel passaggio delle Frecce Tricolori. Il 2 giugno di Mattarella ha il suo momento clou nella visita a Codogno, primo focolaio della pandemia in Italia.
La crisi purtroppo "non è finita", l'Italia dovrà confrontarsi "a lungo con le conseguenze", ha avvertito Mattarella, tra cui la crescita della "marginalità e di nuove forme di povertà e discriminazione, quando non di odioso sfruttamento". Il presidente della Repubblica ha poi sollecitato i Prefetti, considerati "un sicuro punto di riferimento per istituzioni e cittadini", a prestare particolare attenzione ai rischi "di infiltrazione della criminalità" a cui sono esposti molti operatori economici", richiamandoli a un'azione "di mediazione sociale e di tessitura e confronto con le altre Autorità locali per definire, in ciascun territorio, efficaci modelli di prevenzione e intervento".