“Sono convinto che si debba ripartire insieme. Del resto, non è che il virus si fermi a Sirmione o a Peschiera...”. Così il governatore veneto Luca Zaia in un’intervista al Corriere della Sera nella quale conferma che dal prossimo 3 giugno un lombardo potrà spostarsi in Veneto: “Certo. Ma comprendo le ansie di Solinas”, il presidente della Sardegna, dice anche Zaia. “Parlare è facile ma una responsabilità non si prende alla leggera. Però, nessuno può uscirne come un untore. Mi metto nei panni di un lombardo, non troverei corretto che qualcuno mi trattasse da agente di contagio” precisa.
Dal punto di vista scientifico e sanitario, dichiara poi il governatore del Veneto, “i test ci servono per fare i piani di sanità pubblica”, però aggiunge, “sono una fotografia che vale nel momento in cui viene scattata” perché “secondo gli esperti, i tamponi rilevano la positività dopo 7 giorni dal contagio: io posso essere negativo al momento della prova e ammalarmi tre giorni dopo” dice Zaia.
Quanto ai punti della ripresa annunciati da Conte, Zaia dichiara che “mi sforzo di non fare polemica. Però, scusi: lui non è arrivato ieri, martedì saranno due anni. Mi aspetterei qualcosa più che non i propositi. Tra l’altro, io sono arci convinto della necessità di un cambio di paradigma. Ma non dimentico che noi viviamo di manifattura: la prima cosa che ci chiedono queste imprese è di non complicare gli affari semplici”.