Fare del Partito democratico il punto di riferimento di quelle forze sociali che rischiano di essere le più colpite dalla crisi economica innescata dal coronavirus. E' l'obiettivo che si è dato Nicola Zingaretti che oggi lo ha illustrato durante una assemblea con i segretari dei circoli di tutta Italia, riuniti in videoconferenza.
Una occasione per riprendere il discorso sul partito sospeso, a gennaio, con il dilagare della pandemia ma che, ha spiegato il segretario dem, proprio in virtù dell'emergenza può ripartire puntando ancora più forte su alcune parole d'ordine fissate durante l'assemblea di Bologna. Prima fra tutte la digitalizzazione e il ruolo centrale dei circoli come "collettori" di esperienze umane.
"Servono i circoli, altro che partito leggero", rimarca Zingaretti che disegna un partito che abbia la capacità di piegare il digitale per metterlo a disposizione delle comunità umane e fisiche rappresentate dai circoli: "Non dobbiamo patire questa nuova dimensione digitale, facciamola diventare una opportunità. Il Pd deve essere quella forza politica che si proietta nel futuro facendo convivere i circoli, la dimensione del territorio, con quella digitale".
A questo proposito, il segretario lancia un appello: "Ogni circolo convochi online delle assemblee sul futuro del quartiere. L'idea è quella dei territori come grandi collettori. Pensiamo in ogni circolo dei servizi digitali per i cittadini: non vergogniamoci dell'osare di stare vicino agli individui, a chi non ce la fa a fare la spesa".
Perché tutto questo sia possibile, tuttavia, il Pd ha bisogno di risorse economiche e queste arrivano anche attraverso le Feste dell'Unità e il tesseramento: due appuntamenti che, a causa dell'emergenza, rappresentano anche due grandi incognite. Per questo, come ha annunciato il responsabile dell'organizzazione, Stefano Vaccari, le feste si terrano, ma in una forma 'light', per quartieri, con poche presenze e pochi posti a sedere. Mentre la presentazione della campagna per il tesseramento partirà dal primo giugno e avrà come slogan Non per l'Io ma per il Noi.
"Io credo che noi dobbiamo diventare il partito delle piccole e medie imprese, dobbiamo sapere parlare ai baristi e agli operatori della ristorazione che saranno i più colpiti dalla crisi: dobbiamo essere il partito della lotta alla burocrazia", ha spiegato Orlando.
Parole d'ordine che rispondono ad una doppia esigenza: "evitare che dal malcontento si arrivi al caos", come ha detto Zingaretti riferendosi al malessere sociale avvertito da chi stenta a rimettersi in piedi dopo il lockdown. E togliere spazio alla destra nazionalista e populista che "cavalca i problemi senza avere la capacità di risolverli", per usare una formula cara allo stesso Zingaretti.
Il leader del Pd è convinto che il coronavirus abbia dato un colpo di grazia alla retorica di chi pretende di fare da solo: "Dobbiamo rivendicare che in questi 100 giorni sono risultati ridicoli i teoremi della destra populista e nazionalista", ha spiegato il segretario dem: "Il tema degli immigrati usato come grimaldello per diffondere paure e, ancora prima, l'euro e la stessa Europa, la ricerca continua del nemico e del capro espiatorio. Sappiamo quanto era forte questa idea nelle persone che vedevano la destra come la forza che proteggeva la condizione umana. Ma è palese che quelle ricette si sono dimostrate inadeguate. Di fronte alla prova Covid appaiono stupidi i nazionalismi che pretendevano di fare da soli"
Lo stesso dicasi per l'Europa: "Combattiamo in Europa: altro che morte dell'Europa. Dobbiamo combattere perche' l'Europa sia un grande attore globale. La battaglia in corso in queste ora con il protagonismo di Paolo Gentiloni ha questo obiettivo. Questa è una grande battaglia che deve diventare popolare e lo diventera'. Il Recovery Fund, nel momento del bisogno, puo' rifondare le basi dell'Europa stessa".
Ma se ai populisti e ai nazionalisti Zingaretti dichiara guerra, il segretario dem sembra voler porgere un ramoscello d'ulivo a quelle forze dell'opposizione che si sono mostrate 'responsabili' nel momento peggiore della crisi: "Meno polemiche e più collaborazione: lo dico alla maggioranza ma anche alle opposizioni. Non per fare inciuci", precisa "che non sono all'ordine del giorno, ma perché c'è bisogno di concordia e di idee che si confrontano".
Il Partito Democratico sul piatto mette alcune parole d'ordine, a cominciare da quella della lotta alla burocrazia che rischia di rallentare l'arrivo dei soldi stanziati nelle tasche delle famiglie e delle imprese, rendendo vani gli sforzi fatti fino ad ora con il Governo, dal decreto Cura Italia al decreto Rilancio. La velocità è, al momento, l'ossessione di Zingaretti e del gruppo dirigente dem.
Andrea Orlando è tornato a parlarne nel suo intervento introduttivo quando ha denunciato che alcuni istituti di credito hanno ancora il freno a mano tirato: "I tempi, in questa fase, fanno la differenza: ci sono criticità, non possiamo negarlo. C'è un progressivo miglioramento nei crediti alle imprese, ma è a macchia di leopardo e varia da istituto di credito a istituto di credito. Noi non possiamo che ringraziare i lavoratori del settore creditizio, ma ci sono banche che si sono assunte fino in fondo le loro responsabilità e altre che hanno tirato il freno a mano", spiega.
Per poi sottolineare il rischio che, date queste premesse, i soldi che arrivano dal governo e dall'Europa possano andare ad "alimentare vecchie rendite e vecchie pratiche che hanno segnato negativamente il nostro modello di sviluppo", spiega Orlando. Quello che chiede Zingaretti è di "dare una spallata alla burocrazia" e "tagliare con l'accetta i doppioni" nei meccanismi della Pubblica Amministrazione.