Il premier Giuseppe Conte apre al piano choc per i cantieri proposto da Renzi e, in un'intervista al Corriere della Sera, frena ancora sul Mes. Mentre, in un colloquio con Repubblica, parla di "situazione eccezionale" per l'economia.
"Adesso - dice il premier al Corriere - si può progettare un percorso comune per quanto riguarda i temi". E annuncia la disponibilità ad abbracciare la proposta lanciata da Italia viva di aprire "ai cantieri, al piano choc, al family act, temi che ci stanno a cuore".
E aggiunge: in Italia viva "ho visto una chiara determinazione a fare un percorso comune". Il presidente del Consiglio conferma la sua cautela sul Mes: "Il fondo salva Stati è un prestito. Se chiedo in banca 37 miliardi poi li devo restituire".
Conte valuta invece l'accordo sui 500 miliardi del Recovery fund una "svolta importante", perché "la Germania ha fatto un passaggio di portata storica. Accetta la logica del debito comune europeo e addirittura accetta la proposta condivisa con la Francia, che ci siano contributi a fondo perduto fino a 500 miliardi". Quindi, conclude Conte, "il Mes non è il mio obiettivo anche per una questione di consistenza, al di là delle condizionalità e delle sensibilità politiche interne. Non è una soluzione".
Nel colloquio con Repubblica Conte dice che "i numeri fotografano l'eccezionalità del momento che stiamo vivendo. I sacrifici fatti dagli italiani hanno permesso al Paese di uscire dal lockdown e di procedere alla riapertura della maggior parte delle attività commerciali, a cominciare proprio da quelle che hanno fatto registrare un piu' alto numero di ore di cassa integrazione. Penso, per esempio, ai settori dell'abbigliamento e della ristorazione".
Pertanto, "l'impegno del governo per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro è massimo" attraverso "il sostegno al reddito di milioni di lavoratori dipendenti, ai quali è stata assicurata la cassa integrazione, e il blocco dei licenziamenti".