Rendere l’Italia un posto più attraente: Riformare la giustizia civile, penale e tributaria. Ridurre le tasse in modo strutturale. Fare del modello Genova il modello Italia. Niente patrimoniale. Il Mes è una possibilità. "E alle opposizioni propongo un patto in tre punti”. Sono questi i punti più significativi toccati da Giuseppe Conte in una intervista al Foglio.
Sono tante le ragioni per cui il sistema-Italia risulta “poco attraente” per le società, sostiene il premier. Si inizia dal “caso Fca”. Un primo obiettivo è “introdurre alcune modifiche al diritto societario per favorire la capitalizzazione delle imprese e introdurre modelli di governance più snelli ed efficaci, senza comprimere i diritti delle minoranze”, dice Conte, che sulle già attuare le modifiche nel prossimo decreto legge sulle semplificazioni.
Un secondo obiettivo è “rendere più efficace il sistema giustizia” accelerando i tempi di quella civile, penale e tributaria. Terzo obiettivo, “creare a livello europeo un quadro regolatorio sul piano fiscale per bandire la pratiche di dumping fiscale” nella Ue. Quindi, dice il premier, “Oggi nel quadro della competizione globale il timore maggiore, come sottolinea il sociologo Ulrich Beck, è di non riuscire ad attrarre capitali e investitori stranieri”.
Sulla giustizia il presidente del Consiglio dice c he ogni progetto di riforma “deve garantire l’autonomia della magistratura e l’indipendenza della politica” ma quanto alla separazione delle carriere “questa esiste già” e qualcosa in più “si può fare sulla distinzione delle funzioni”.
Sulle questione Mes, il premier coglie l’occasione per chiarire che “non ho mai dichiarato né pensato che l’Italia potrà utilizzare il Mes dopo la Francia” e questo “è uno strumento nato dall’esito di crisi molto diverse rispetto a quella che stiamo vivendo”. Ed è semmai sul Recovery fund che “si gioca la vera partita per il rilancio della nostra economia”, specie se “le condizioni dovessero riguardare la discesa del debito pubblico sarebbero accettabili per il nostro governo”, un obiettivo quello del rapporto debito/pilo “da raggiungere però con gradualità” sottolinea il premier.
Lockdown, quali sono i punti di forza dell’Italia e quali le misure nel dopo quarantena? Conte chiede ai cittadini “di non abbassare la guardia” e di “rispettare sempre distanze, regole, precauzioni per no vanificare gli sforzi fatti”. Quanto ai punti di forza nel decreto Rilancio “ci sono 3 miliardi per potenziare il sistema sanitario” dice Conte che snocciola anche i dati delle cose fatte da inizio crisi, tra cui annovera anche “la risoluzione sottoscritta da 140 paesi, Cina inclusa” che ha il merito “di riconoscere la necessità di identificare con chiarezza gli errori fatti” rispetto al virus “per non ripeterli in futuro”.
“Sono tanti i progetti di riforma su cui l’opposizione può offrire il proprio contributo. A partire dagli interventi normativi per accelerare i tempi dei processi per finire alla più ampia riforma della semplificazione di tutto il sistema” e con il decreto Rilancio “siamo intervenuti in maniera significativa su alcuni settori cruciali destinati a lasciare una importante eredità”. Qui il riferimento di Conte è “al potenziamento del sistema sanitario”, ma anche “agli investimenti nella scuola, università e ricerca”. Pertanto “capitale umano, ricerca e innovazione saranno le leve fondamentali su cui il paese deve pur tare per rinascere”.
Poi Conte affronta anche il tema della sburocratizzazione del Paese che definisce “la madre di tutte le riforme, l’unica in grado di rilanciare la competitività e di accrescere la produttività”. Infine, quanto al “modello Genova, Conte dice che crede che “sia giunto il momento di ribattezzarlo modello Italia”. Che va completato orientando il nostro modello di formazione “verso un sistema basato su un processo continuo di apprendimento delle conoscenze e delle competenze per edificare un paese più equo, più solidale, più verde”, conclude il premier Conte.